
Non è che Gianni Agnelli fosse onesto e suo nipote Andrea, più volpone che agnello, sia un imbroglione come si potrebbe credere dalla vignetta sulla prima pagina del Corriere di oggi.
La storia vera è che la magistratura di rito Sabaudo degli anni 60-70 non si azzardava a toccare il Principe di Torino, mentre la magistratura post-Principato, non ha nessun riguardo nello strapazzare il giovane pollo Andrea, nipote pasticcione dell’elegante e intoccabile Gianni. Infatti, in quegli anni il Sindaco Novelli cedeva (senza gara pubblica) la concessione per la pubblicità allo stadio comunale al suo amico Bastino (Publimondo) in cambio di 300 milioni di vecchie lire. La stessa pubblicità che nel 1981 la Città (Sindaco Maria Magnani Noja, Assessore competente Lorenzo Matteoli) ha ceduto (dopo regolare gara pubblica) a Pubbligest per 2,7 miliardi di vecchie lire. L’ampio margine veniva gestito nella spartingaglia (copyright Diego Novelli) fra le squadre (Juventus e Torino) e altri diagonali aventi causa di tutto l’arco costituzionale. Con la completa disattenzione dei magistrati di allora. Tranquilli: è tutto documentato e tutto prescritto.
Lorenzo Matteoli