Ci si chiede quale sia il calcolo, perché per Salvini di calcolo sicuramente si tratta, che lo spinge ad appoggiare Putin oltre il limite della decenza e del buon gusto, ma anche oltre il limite del comune buon senso. Dimenticando la ratio “politica” che, nel caso particolare, è lontana come l’Ave Maria dalle bestemmie.
Berlusconi è un caso a parte: una appiccicosa vicenda penosa e patetica di solidarietà con il compagno di merende sessuali che solo l’età avanzata del consunto Caimano può, a fatica, spiegare. La lucidità degli anni migliori si è decisamente spenta, offuscata dal “pelo”.
L’aggressione di Putin all’Ukraina è stata un gesto orrendo di un soggetto chiaramente male informato dai suoi servizi di intelligence e male informato dal suo personale fanatismo Ruskji Mir. Volgarmente animato dall’avidità per le note ricche risorse petro-minerali-cerealicole dell’Ukraina.
Non la reazione alle tensioni, per quanto pesanti, fra governo Ukraino e minoranze etniche russe: un problema vero che poteva e doveva essere risolto in sede negoziale e per il quale la guerra e i massacri in corso sono macroscopicamente “fuori misura”.
Ma Salvini? Quale debito lo incastra con Putin? Quale sondaggio di opinione sulle squallide pianure padane indica plausibili maggioranze di leghisti-putinisti? Quanti Petrocelliani ci sono in Italia oltre al tv-prof. Orsini per giustificare il rischio di una gaffe clamorosa?
Salvini può avere milioni di followers, ma sappiamo che come fiuto politico oltre alla più laida demagogia antimigranti (e le leccate di rosari) non ne ha mai azzeccate molte.
Basta ricordare la figura di merda del Papeete e quella ancora più umiliante del suo recente viaggio in Polonia dove il giovane sindaco lo ha lasciato sul marciapiede con la maglietta di Putin a vantarsi di aver portato i pannolini e i pannoloni per i poverelli che fuggivano dalle truppe criminali russe.
Salvini usa in modo sistematico i sondaggi di opinione e bisogna riconoscere che alcuni gli vanno anche bene.
Con i sondaggi ha individuato puntualmente la moltitudine di italiani illuminati che ritengono brillante la strategia di affogare migliaia di disgraziati in fuga dalle miserie africane nel Canale di Sicilia, e l’enorme successo nell’individuare un’altra riserva di voti nelle moltitudini di bigottoni e bigottone rincoglioniti cattolici entusiasti ammiratori delle sue bavose leccate di crocifissi e rosari.
Facili e azzeccate previsioni, conoscendo il livello di competenza politica del deserto culturale nell’elettorato italiano: uno che lecca il rosario e sostiene l’opportunità di affogare disgraziati in fuga è il nostro uomo. Meglio ancora se approva la guerra criminale di Putin.
Di questo passo, leccate di rosari e migranti affogati, tette e culi al Papeete, appoggio all’esercito criminale di Putin Salvini andrà al governo con le prossime elezioni del 2023.
Ma non è la prima volta per questo disgraziato paese: cento anni fa, nel 1922 andò al governo, democraticamente eletto dagli italiani, e ci rimase venti anni uno che avrebbe approvato l’invasione della Polonia di Hitler e che imitò letteralmente la sua politica di genocidio degli Ebrei e dei Rom. Una grande vergogna italiana della quale si parla pochissimo.
La Storia purtroppo tende a ripetersi …
lorenzo matteoli