
Come ho scritto nel mio pensierino del 22 maggio 2022 sicuramente le posizioni di Salvini sono sempre assistite da sondaggi finalizzati a verificare la loro efficacia in termini di “consenso” e di consistenza con la “immagine” di “capitano” e “leader” politico che Salvini vuole dare di sé.
Così deve essere stato per la sua posizione sui migranti, sulla droga, sul termovalorizzatore romano, sull’Euro, sulla guerra in Ukraina, su Trump, su Putin, su Savoini e la patacca del Metropol.
Salvini è sempre calibrato sulla linea della demagogia più laida, oltre ogni limite di pudore.
Ma sarebbe sciocco non associare
- il disgusto per la volgarità oscena provocato dalle bavose leccate di crocifissi e rosari,
- o la tristezza per la connivente adiacenza alla marginalità dei picchiatori fascisti
- la volgarità degli insulti maschilisti a Carola Rakete
- l’ammirazione per Trump,
- e la complicità con Putin,
all’obbiettivo riconoscimento della loro efficacia in termini di consenso e di voti da parte del “materiale demografico” per il quale questi gesti sono sistematicamente esibiti.
Non avremo mai i risultati numerici dei sondaggi e non sapremo mai come sono state formulate le domande, ma possiamo facilmente evincere dal contesto e dai comportamenti conseguenti di Salvini, quanto basta per ricostruire un quadro deprimente del livello culturale dell’attuale elettorato italiano.
La ricostruzione del profilo politico culturale del popolo di Salvini è però necessaria per capire la sua genesi storica (e le responsabilità conseguenti) e per studiare una possibile strategia di risposta.
Età: l’età non è statisticamente discriminante, il popolo di Salvini è distribuito equamente su tutte le età, dai giovanissimi ai +70. Forse qualche punta statistica nei +60, +70 motivata dal razzismo latente.
Educazione: l’ignoranza è la caratteristica dominante, anche se diplomati o laureati i salvinidi sono “ignoranti”. Però presuntuosi: convinti di sapere di economia perché sono anti-euro, convinti di sapere di Europa perché sono anti Bruxelles, convinti di sapere di politica perché sono anti Draghi. Interrogati per conoscere le loro motivazioni non sono in genere capaci di articolare nulla di sensato e ripetono luoghi comuni assolutamente pacchiani e puerili.Pre-culturali.
Reddito e status sociale: basso. Molti disoccupati o semi-occupati, operai, impiegati, casalinghe.
Motivazione: dominante l’insofferenza per la classe dirigente in genere e politica in particolare, “tutti ladri”. I 49 milioni scippati dalla Lega di Salvini vengono ignorati o negati. Molti subliminalmente fascisti “ci vuole uno che comanda”. Non confessati maschilisti (anche le donne). Non confessati razzisti: “se i migranti non andassero nei barconi non affogherebbero.”
Disponibilità all’ascolto: zero. Convinti possessori della verità “comunque”.
Provenienza storica: estrema sinistra, estrema destra, qualunquismo generico, centro abulico-qualunquista-populista.
Corollario
Il profilo di questo “materiale demografico” è deprimente ed è il risultato di 50 anni di democrazia corrotta italiana, la consociazione DC/PCI massima responsabile, insieme alla Televisione (privata e di stato) e, in quota meno importante, ai giornali.
Strategie
L’azione di rieducazione deve partire da un approfondimento conoscitivo del “profilo” sopra grossolanamente descritto.
Vanno individuate in modo preciso le fasce di età, la cultura specifica, lo status sociale e di reddito, le motivazioni…. Tutto il complesso sistema sociologico. Ogni settore deve essere oggetto di messaggio specifico, specificamente argomentato ed espresso nel linguaggio più adatto e attraverso i media più adatti. Non esiste una formula unica generale.
Questa azione è urgente, ma dovrà essere anche calibrata su tempi lunghi specie per le fasce più giovani del “materiale demografico”.
Sul lungo termine
Sul lungo termine si dovrà istituire una “patente” per acquisire il diritto al voto: solo una base elettorale correttamente formata ed educata può garantire la democrazia attraverso la competente selezione elettorale di rappresentanti qualificati.
Il suffragio universale, purtroppo, è lo strumento che ha portato all’attuale sfacelo dei sistemi democratici nel mondo. Il peggio deve ancora venire.
Ci vorrà molto tempo perché questa banale, fondamentale verità venga recepita dall’opinione pubblica. Esprimerla oggi non è senza rischio.
lorenzo matteoli