La foja salviniana di sculettare a Mosca per mendicare dal “capo” criminale qualche finta concessione con la quale recuperare voti di babbei fasci-fisti con la grottesca sceneggiata del viaggio-si/viaggio-no è, ad oggi, il minimo storico della miscela di arroganza, presunzione e di puerile sciocchineria, che da sempre sono la marca di questo pericoloso e vergognoso personaggio. Guarda terrorizzato il calo dei suoi numeri, ancora più terrorizzato l’aumento di quelli della Meloni, si chiede cosa può fare per agguantare, prima della prossima scadenza elettorale, qualche disperata tendenza che gli consenta di recuperare un minimo di presa sulla saponosa rampa dalla quale sta scivolando. Non lo consola la patetica solidarietà dell’ex truculento tokscioccaro Santoro, che ha l’odore nauseante di materiale organico in avanzato stato di decomposizione. Non si rende conto della sua dimensione di papeetaro e continua a chiedersi “cosa c’è di male se mi voglio impegnare per la pace”. Una domanda che avrebbe senso se non fosse fatta da un epsilon minus, per di più settario e compromesso da noto interesse come amico personale di Putin e segretario della Lega che è un alleato politico di Russia Unita il partito di Putin.
A fronte del coro di pesanti critiche e di umiliantii silenzi, si nasconde nella parte di vittima “sarei andato, ma me lo impediscono: gli manca anche la dignità e il coraggio di riconoscere che ha pisciato fuori dal vaso.
A mio avviso il soggetto sta ancora pensando di andare a Mosca. L’unica cosa che lo potrebbe convincere a stare a casa sarebbe un sondaggio di opinione (sicuramente già commissionato) che provasse la sicura perdita di consensi … ma se il risultato fosse un dubbioso 50/50, potrebbe sempre correre il rischio….e commettere l’ultimo errore.
Auguri a noi.
lorenzo matteoli