Il Kissinger del Papeete
Sembra strano dover spiegare a Salvini queste banalità, che peraltro il soggetto conosce benissimo. La sua stupida manfrina da finto ignorante è più che altro diretta ai suoi seguaci, molti ingenui, molti semplicemente solo ignoranti.
Ecco in breve le ragioni per le quali il comportamento di Salvini è istituzionalmente offensivo, sciocco, pericoloso, dettato da volgare interesse demagogico:
- I rapporti ufficiali dell’Italia con Capi di Stato o Governi stranieri sono responsabilità e compito del Governo, del Presidente del Consiglio e dei Ministri da lui delegati per problemi di specifica competenza.
- E da nessun’altra persona o ente, fatte salve eccezioni specifiche che vanno comunque definite e approvate dal Governo.
- Questi rapporti devono rispettare protocolli precisi, comunicazioni ufficiali, verbali, riservatezza o segreto rigoroso a seconda delle varie situazioni.
I motivi per queste regole sono ovvi e banali. Che un segretario di partito ex ministro degli Affari Interni li ignori o faccia finta di ignorarli è un problema serio, se non gravissimo, di indebita, offensiva interferenza.
Salvini non ha mandato, non ha delega, non ha responsabilità. Non può permettersi di delineare, evocare, suggerire, ipotizzare intenzioni, impegni, condizioni, procedure, o qualsivoglia bozza negoziale di alcun genere e forma. Né come privato cittadino che incontra privatamente un capo di stato straniero, né tantomeno, come segretario di un partito che partecipa alla maggioranza di governo. Non concorda una “linea”, non comunica, non ha delega né mandato.
Se incontra un capo di stato come privato cittadino nulla può venire pubblicato degli scambi che intercorrono, anche l’incontro deve avvenire rigorosamente nei termini di incontro personale privato. Niente comunicati stampa, niente articoli sui giornali, niente.
Comunque, in situazioni delicate, lo stesso incontro privato è seriamente inopportuno. Forse ancora più inopportuno.
I motivi sono evidenti: quegli incontri, quella pubblicità, quelle “intenzioni”, quelle bozze ufficiose di procedure o negoziati si prestano a speculazioni indebite e compromettono, in modo devastante e pericoloso, lo spazio responsabile e il terreno ufficiale dei negoziati possibili.
Questi sono solo cenni approssimativi e grezzi del problema, ma dovrebbero essere sufficienti per consentire un apprezzamento anche da parte di normali cittadini.[1]
Se a queste considerazioni si aggiunge il fatto che il partito Russia Unita (di Vladimir Putin) ha in corso e pratica accordi di collaborazione con il partito del quale Salvini è segretario (La Lega di Salvini) e che esponenti della Lega hanno trattato con personaggi russi vicini a Putin per una commissione milionaria su forniture di petrolio, la figura diventa non solo imbarazzante, ma corrotta. L’interesse demagogico elettorale è evidente e innegabile. Salvini come mediatore è soggetto pesantemente sospettabile di pregiudizio settario.
Salvini si autonomina negoziatore tra la Russia di Putin e l’Ukraina di Zelenskji, vantando un ruolo di garanzia dell’Italia che nessuno gli ha riconosciuto né tantomeno affidato, contatta l’ambasciatore Russo in Italia e addirittura il Vaticano per definire la piattaforma negoziale base della trattativa. Il millantato credito non è solo un sospetto marginale: Salvini si appropria con i suoi comportamenti arroganti e presuntuosi di una credibilità che non gli è dovuta.
Un delirio.
Un volgare insulto al Presidente del Consiglio dei Ministri e a tutto il Governo.
Ma coerente con la cultura di Salvini: di considerare la cosa pubblica come una “cosa sua personale”.
Forse conviene aggiungere un’altra informazione alla figura complessiva: i negoziati per qualunque conclusione del conflitto tra Russa e Ukraina saranno luogo di condizioni economiche e finanziarie multimiliardarie e pluri-generazionali. Cifre immani. Un soggetto capace di far sparire 49 milioni di euro è ragionevolmente interessato a essere “dove si prenderanno quelle decisioni“.
Chi si ricorda della dichiarazione con la quale Salvini giustificò la sua partecipazione al governo Draghi? “se si decideranno i miliardi del PNRR voglio essere nei luoghi dove si prenderanno quelle decisioni” disse. Sarà grezzo e grottesco il Segretario della Lega, ma sicuramente ha un fiuto raffinato per l’affascinante odore dei miliardi.
Queste brevi note vanno tenute presenti quando, con l’aria bovina e furbastra Salvini, facendo finta di essere onesto (o scemo) dice: voglio solo operare per la pace.
Non opera per la pace, ma per il suo esclusivo interesse personale e partitico.
La cosa che preoccupa di più, a parte la dimensione rivoltante del personaggio, sono i milioni di leghisti ingenui che gli credono.
Cosa farà quando, l’anno prossimo, sarà di nuovo al governo?
lorenzo matteoli
[1] Per fare un esempio facile da capire: immaginate la situazione di un potente avvocato impegnato in un negoziato difficilissimo con una controparte tosta e pericolosa che vede un suo collaboratore junior prendere contatto con la controparte per tentare un accordo. Senza avvertire il titolare, senza concordare una “linea”, senza avere un mandato né una delega qualunque. Verrebbe licenziato senza preavviso.