Quando l’Italia farà parte del blocco sovietico

Analizzare i due sorrisi: lecchino uno supponente l’altro

Salvini nega con la consueta arroganza e con la spudoratezza di chi è convinto che tutti siano scemi. Il senatore Salvini è un mentitore sistematico, raccontare palle è da sempre il suo mestiere. Nel quale peraltro, come in tutte le cosa che fa, è molto goffo.
Un solo esempio: subito dopo  il grottesco pasticcio del Metropol di Mosca quando il suo emissario e delegato Savoini si incontrò con i mestatori russi per chiedere soldi in cambio di favore politico italiano a Putin (i.e.“un atteggiamento dell’Italia favorevole alla Russia”), Salvini dichiarò alla stampa che “Savoini non l’ho mai conosciuto”, per essere poi svergognato da mille foto che lo ritraevano sulla Piazza Rossa a braccetto con Savoini (subito prima dell’incontro al Metropol).

Dopo la documentata notizia di stampa[1] della coerenza delle sue dichiarazioni filo Putin con il colpo di mano parlamentare per far  cadere il governo Draghi, Salvini ha negato ribadendo la sua fede Atlantica, peraltro da ebete ammiratore di Trump. Ma non ha potuto evitare di esprimere comunque la sua opinione della necessità di “dialogo” con Putin. Una opinione banale e che costa poco, parole al vento, ma che va verificata con i fatti, che raccontano un’altra storia. E bisognerebbe anche sapere cosa intenda veramente Salvini per “dialogo con Putin”.  Basta una rapida googlata sul WEB per trovare centinaia di documenti della amicizia/adiacenza/subalternità/connivenza di Salvini con Putin e con la linea Visegrad (Orban, Morawiecki).

Per non ricordare le sue battute cretine su come si sentiva a “casa sua” a Mosca e  su come avrebbe preferito scambiare 2 Mattarella con mezzo Putin: detta al Parlamento Europeo con la maglietta di Putin sulla pancia, durante il discorso del Presidente Sergio Mattarella.

O la stupidaggine di minibot e di italexit, gli errori marchiani (o volgari menzogne demagogiche) sulla “flat tax”.

L’elenco delle scemenze irresponsabili di Salvini è una enciclopedia, alcune sono costate milioni, se non miliardi di euro, agli italiani come le sue dichiarazioni sull’Euro e su Italexit che provocarono un massacro del debito italiano sui mercati finanziari mondiali.

Nella politica  della mediocrazia è vero ciò che appare e nel caso di Salvini ciò che appare è chiarissimo.

COROLLARIO

Il 25 settembre sarà una “conta” fra due futuri per l’l’Italia: democrazia “liberal”o arroganza totalitaria.

Nessuna articolazione, nessuna sfumatura, nessuna dialettica intermedia.

Nessuna intelligentissima “distinzione”, caro Calenda.

L’ha capito perfettamente Giorgia Meloni che ha organizzato la “falange”, inquadrandola con ferocia, e lo ha fatto capire, a ceffoni, anche a Salvini. Che ha deglutito con fatica la cucchiaiata di quella roba là.

Non lo hanno capito i sofisticati ideologi del centro-sinistra che ancora si trastullano con le palettine e i secchiellini delle intelligentissime riserve e distinzioni, mentre i putiniani, trumpiani, visegradiani hanno già messo in campo i carri armati, Centurion, Panzer, T34.

Per essere chiari: con l’attuale legge elettorale i seggi nei collegi uninominali sono riserva sicura della coalizione che avrà la maggioranza. Le liste sciolte indipendenti non ne prendono nemmeno uno.

Il problema non richiede un genio politico: o ci si associa o si perde.[2]

lorenzo matteoli


[1] La smentita di Franco Gabrielli a nome dei “servizi” italiani è una conferma, come tutte le smentite di tutti i servizi che, in queste occasioni, e in genere sempre, devono solo mantenere un rigoroso silenzio. La prima, fondamentale, regola.

[2] Nel 1933 Hitler non avrebbe vinto se l’opposizione si fosse organizzata: tanto per ricordare la “storia” maestra di vita.

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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