Su La Repubblica di oggi (31, luglio 2022) Conchita de Gregorio traccia la sintesi di un manuale di politologia italiana entusiasmante.
Ovvero: Quanto vale in numero di voti: Calenda con o senza Carfagna e Bernini, con Letta o senza Letta, con Renzi o senza Renzi? E quanto vale Renzi da solo o con Letta? Santoro associato a Conte? Quanti voti perde il PD con i “grillozzi”, quanti ne guadagna? Che ne facciamo di Fratoianni?
Conchita esprime bene il problema in linea puramente qualitativa, ma sono sicuro che nelle varie segreterie e staff di consulenza sono al lavoro decine di “profilers” (bean counters) che tentano di disegnare quantitativamente il profilo dell’elettore italiano di fronte al complesso intrico di opzioni, plausibilità, ipotesi, assunti …
Tradurre le pulsioni intuitive in numero di voti.
Non un lavoro semplice: i numeri cambiano di ora in ora, da toksciò a toksciò, da una conferenza stampa all’altra, da un’intervista a quella successiva….telefonami dopo…
La cronaca nera è anche importante nel bilancino: quanti voti a sinistra o a destra vale un mendicante nigeriano strangolato sul marciapiede da un lumpen operaio bianco fanatico a Civitanova Marche? Il cinismo non ha limiti in questa campagna “fluida”. L’orrore per il fanatismo razzista, che è innegabilmente il vertice dell’iceberg disgustoso di propaganda anti-migranti corrente, suscita reazioni indignate, dolore, frustrazione, rispetto postumo per la vittima e oneste condoglianze, ma qualcuno sicuramente fa i conti. Salvini condanna con messaggi di esecrazione, ma questi servono solo a confermare più che a coprire plateali responsabilità politiche e culturali. Ricordate Carola Rakete?
Sicuramente Calenda più Carfagna e Bernini è un messaggio forte sul profilo “centro moderato, competente, no frills, e magari progressista, voto femminile”, ma quanto vale se si associa al PD? e a cosa serve nei collegi uninominali se non si associa? Giuliano Ferrara dice: “niente”.
E il PD quanto perde, alla sua sinistra interna, se si associa a Calenda?
Quanti, nel minestrone complesso dell’elettorato italiano, sono in grado di capire, percepire, distinguere, e …”votare”, come Conchita invita a fare in chiusura.
Chiederei a David Harsanyi (Washington Post) che scrive “Devono votare anche gli ignoranti?” Certo che no. Come sarebbe l’esame con il quale dare la “patente” per votare in questo “mare”?
Tutti sappiamo che il verme della democrazia moderna è il “suffragio universale”, lo scrivevo in un post del 20 maggio 2018 (cfr), sicuramente ci sarà “l’esame per votare” in un futuro non lontano, ma il problema è quale governo farà quella legge.
Intanto prepariamoci al 25 settembre.
La mia linea è che l’elettorato civile e decente il 25 settembre deve votare per evitare il governo Salvini-Meloni.
Whatever it takes…
lorenzo matteoli
PS certo, va bene, OK, ma…. Conte? Fratoianni? Bettini? I 5Stelle residuali? Dibba? Grillo? Il termovalorizzatore a Roma? Le armi a Zelensky? I moderati di Berluska? Tajani? Casa Pound?
Ghigliottina: sono tutti con Salvini-Meloni, con buona pace di Conchita e del “bilancino”.