LA GIUSTA DENUNCIA DELLA BRUTALITA’ ISRAELIANA

Il prigioniero viene sollevato con le braccia legate dietro la schiena e pesi aggiunti ai piedi

La giusta denuncia della brutalità israeliana nei confronti dei Palestinesi

È difficile prendere una posizione chiara sul problema dello Stato di Israele e della sua politica nei confronti dei Palestinesi perché la limpidità del problema è stata inquinata dall’antico e radicato antisemitismo. Un veleno che è percolato nonostante la Shoa vergognosamente sia nella destra che nella sinistra in tutti i paesi dell’Occidente.

Sulla questione non sono riusciti a fare chiarezza nemmeno autorevoli scrittori Israeliani come Amoz Oz, Abraham Yehoshua e David Grossmann. E non basta ad archiviare la questione la chiara posizione di Bernard-Heny Levy che sulla guerra di Gaza ha scritto (La Repubblica) “Vorrei vedere più Atene che Sparta nell’Israele moderna.”[1]

Una cosa è certa: la confusione tra l’antico e radicato antisemitismo e la giusta denuncia dei comportamenti brutali dell’attuale governo di Israele non deve ingannare.

La giusta e ferma denuncia dei comportamenti brutali e incivili del Governo di Israele nei confronti dei Palestinesi non è antisemitismo: è doverosa e deve essere riscontrata.

Raffaele La Regina non doveva “abiurare” ma doveva difendere la sua denuncia e Letta non doveva accettare il ritiro della candidatura.

Lorenzo Matteoli


[1] B-HL accredita lo stereotipo di una Atene culla di democrazia e civiltà e di una Sparta brutale e totalitaria, ma non era proprio così: i comportamenti dei generali ateniesi nei confronti degli abitanti di isole alleate di Sparta erano sanguinosamente drastici come racconta Tucidide ne “La Guerra del Peloponneso” per l’episodio degli abitanti di Milo alleati di Sparta. Ci furono colloqui e i Meli (abitanti di Milo) rifiutarono la proposta Ateniese di sottomettersi, i generali Ateniesi rifiutarono la proposta di neutralità dei Meli. Dopo alterne vicende Sparta non intervenne in aiuto dei Meli e questi si arresero ad Atene senza condizioni.
Quindi, racconta Tucidide, che gli Ateniesi “…,passarono per le armi tutti gli adulti caduti nelle loro mani e resero schiavi i fanciulli e le donne: quindi occuparono essi stessi l’isola e più tardi vi mandarono 500 coloni.” Non male come esempio di civiltà.

Succede nella storia: anche Lorenzo il Magnifico ha fama di Signore Rinascimentale mecenate generoso, colto e illuminato. Non è l’opinione dei molti oppositori politici che vennero ferocemente torturati e giustiziati dalla “illuminata” Signoria del Magnifico Lorenzo. Specie dopo e a seguito della congiura dei Pazzi. Certo non si può ignorare il contesto: lo stesso che vedeva le imprese di Alessandro VI Borgia Papa e di suo nipote il duca Valentino (AKA Cesare Borgia). Nel 1513”Niccolò Machiavelli, per il sospetto di complotto fu torturato (con la “colla ) e incarcerato dalla Signoria di Firenze, non da Lorenzo che era già morto da più di venti anni.

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Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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3 risposte a LA GIUSTA DENUNCIA DELLA BRUTALITA’ ISRAELIANA

  1. Gloria ha detto:

    Buongiorno
    Sono ebrea, sionista e di sinistra.
    Ovviamente in completo disaccordo con quanto scrive oggi.
    Le consiglio un romanzo
    « Il mostro della memoria « ; certamente provocatorio.
    A me ha chiarito la vera eredità lasciata dal nazismo agli ebrei ( e quindi anche e soprattutto agli ebrei abitanti di Israele): nessuno ci farà più fuori come pecore al macello.
    Senza nulla togliere ai palestinesi,,che solo persone in malafede continuano a considerare un problema di pertinenza israeliana e basta.
    È evidente che la questione è più complessa, le responsabilità internazionali.
    Buona giornata

    • matteolilorenzo ha detto:

      Francamente non capisco il suo disaccordo.
      Per me il problema è semplice: Denunciare la brutalità della polizia di Israele contro i Palestinesi è giusto e corretto.
      Ritenere che questa denuncia sia antisemitismo è sbagliato.
      Non c’è molto altro da dirimere.
      I Palestinesi possono avere ragione o torto e avranno nelle varie situazioni ragione e torto.
      Il modo come sono trattati, distruzione delle case, processo forzati, espropri illegittimi è brutalità di Stato.
      Denunciare questa brutalità è doveroso e non ha nulla a che vedere con l’antisemitismo.
      Giustificare questa brutalità con la Shoa e come rappresaglia o vendetta per il genocidio nazifascista non ha senso.
      Ma se lei riesce a convincermi del contrario….l’ascolto.
      Lorenzo

    • matteolilorenzo ha detto:

      In risposta a:Buongiorno Sono ebrea, sionista e di sinistra. Ovviamente in completo disaccordo con quanto scrive oggi. Le consiglio un romanzo « Il mostro della memoria « ; certamente provocatorio. A me ha chiarito la vera eredità lasciata dal nazismo agli ebrei ( e quindi anche e soprattutto agli ebrei abitanti di Israele): nessuno ci farà più fuori come pecore al macello. Senza nulla togliere ai palestinesi,,che solo persone in malafede continuano a considerare un problema di pertinenza israeliana e basta. È evidente che la questione è più complessa, le responsabilità internazionali. Buona giornata
      Francamente non capisco il suo disaccordo.
      Per me il problema è semplice: Denunciare la brutalità della polizia di Israele contro i Palestinesi è giusto e corretto.
      Ritenere che questa denuncia sia antisemitismo è sbagliato.
      Non c’è molto altro da dirimere.
      I Palestinesi possono avere ragione o torto e avranno nelle varie situazioni ragione e torto.
      Il modo come sono trattati, distruzione delle case, processo forzati, espropri illegittimi è brutalità di Stato.
      Denunciare questa brutalità è doveroso e non ha nulla a che vedere con l’antisemitismo.
      Giustificare questa brutalità con la Shoa e come rappresaglia o vendetta per il genocidio nazifascista non ha senso.
      Ma se lei riesce a convincermi del contrario….l’ascolto.
      Lorenzo

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