
IL MASSACRATORE DI BUCHA
Dice Salvini: le sanzioni alla Russia sono pagate dal sacrificio degli imprenditori e dei lavoratori Italiani.
Questa la tesi che Salvini, con 5 slides da venditore di lavapiatti, dimostra davanti all’inclito di Cernobbio. Con la boria di chi si compiace per la propria furba dialettica, convinto della sua ineluttabilità.
Ma è una gran palla.
Purtroppo, questa è la dimensione del soggetto: modesta intelligenza, grande presunzione, incapace di vedere pochi centimetri oltre la bottegaia dimensione del breve termine e del suo debito personale, evidentemente non solo ideologico, nei confronti del macellaio Ruskimir.
Quello che non può vedere Salvini, perché proprio non capisce, è che con il sacrificio temporaneo l’Europa e l’Italia vincono il ricatto del macellaio Ruskimir, che nell’arco di 20 mesi sarà, gonfio di gas e di petrolio…alla fame e alla bancarotta. Molto probabilmente costretto alla fuga dai suoi sudditi affamati e incazzati. Se non peggio.
Bloccare il ricatto vuol dire essere liberi e la libertà vale ogni sacrificio come secoli di storia dimostrano. Compresa la storia italiana.
Quando ha firmato il “protocollo” fra Lega per Salvini e Russia Unita per Putin e quando pochi giorni fa lo ha tacitamente rinnovato per i prossimi 5 anni Salvini credeva di fare una gran furbata (e forse un buon business) e non si è reso conto di firmare un contratto di servitù.
Il guaio è che non se ne rende conto nemmeno ora. Salvini non ci può arrivare: infatti per la sua dimensione è meglio essere schiavi di Putin per un futuro indefinito piuttosto che sacrificarsi per una stagione.
Così sarà se dovesse di nuovo arrivare al governo costringendo l’Italia contro l’Europa, fuori dalla linea Atlantica, fuori dalla Nato. Per obbedire al macellaio Ruskimir al quale, sbavando sul rosario, il bigottone non può dire di no.
Questa l’alternativa che si vota il 25 settembre:
libera democrazia oppure con Salvini servi di Putin.
Giorgia sbraiterà, ma se vorrà governare dovrà ingoiare la rancida polpetta, e la ingoierà.
Se il voto non la salva dall’incubo…bocciandola.
Lorenzo Matteoli
Il 25 settembre bloccare Putin, Salvini e
Meloni.