Non si può non avere paura guardando le folle adoranti italiche che si scalmanano per Conte, prima “tecnico” terzo dei 5Stelle, poi capo del Governo 5Stelle con la Lega di Salvini, poi capo del Governo 5 Stelle con il PD (lo stesso che qualche mese prima avevano deriso beffeggiando il generoso Bersani) e adesso truccato da rivoluzionario guevarista liberatore del Sud Oppresso. Lui, sempre uguale, con le varie giacche, pochettina turrita, un po’ barbiere, più che avvocato. Saranno gli stessi quelli che lo inneggiano? Temo proprio di sì, nessun dubbio, solo i paracarri non cambiano idea. Ma l’avvocato pugliese non ha problemi perché in effetti lui non cambia idea: idee non ne ha e quindi non le può cambiare. Per lui va bene tutto: con Letta, con Salvini, con Draghi, con Dimaio con Dibattista con l’Europa, contro l’Europa, con Trump, con Putin. La qualunque assoluta e senza freni. Come lui i suoi fedeli, nessun dubbio: la coerenza è la virtù dei cretini e loro sono intelligentissimi. Devono ancora aprire la scatoletta di tonno.
Salvini: si prova vergogna per lui. Ammiratore sfegatato di Putin oltre ogni dignità, si inchina però anche davanti a Trump per il quale si impegna nella campagna elettorale USA. Feroce critico dell’Europa, fautore del No Euro con Bagnai e Borghi, sostenitore di Italexit contro i burocrati nullafacenti di Bruxelles…in questi giorni di campagna elettorale italiana è diventato europeista, mai fuori dall’Euro, e fedele Atlantico. Rinnova però il protocollo con il Partito di Putin Russia Unita e rinnova la sua opposizione alle sanzioni contro la Russia e contro il supporto all’Ukraina. Le contraddizioni non lo preoccupano perché è sicuro che nessuno dei suoi sostenitori si pone il problema: il suo imperativo categorico è prendere voti dai putiniani e dagli anti-putiniani, dai trumpiani e dagli anti-trumpiani, dagli europeisti e dagli anti-europeisti. Quindi non vede per quale ragione non debba sostenere tutte le opzioni disponibili. In fondo anche lui non sa bene cosa pensare e deve leggere ogni giorno sui giornali cosa conviene pensare e adeguarsi. Lo staff gli prepara i discorsi adatti di ora in ora.
Giorgia Meloni si è fatta costruire il profilo ottimale dagli esperti di mercato e a quel profilo si attiene rigorosamente senza preoccuparsi della sua storia e della storia dei suoi amici e sodali di una vita, faccetta nera, fiamma tricolore, Almirante, saluto littorio. Tutte fregnacce per gonzi. Qui e ora è quello che conta. Ha un solo problema: Salvini, che lei ritiene politicamente diminuito, vuol fare il ministro del suo governo e lei non dorme di notte pensando a come impacchettarlo. Ci riuscirà. Ma poi dovrà occuparsi dei camerati: e quello non sarà un problema facile, loro non dimenticano.
Berlusconi: il poverello (si fa per dire) non esiste oramai nelle braccia di una felice danarosa senilità, gnocca e cagnolini, ma vuole fare il Presidente e Tajani glielo ha promesso. Per ora conviene fare finta di niente poi si vedrà. Alla fine potrebbe non essere un problema.
Se è vero che per chiudere la catastrofe Italiana è necessario toccare il fondo, questa troika potrebbe essere la fase ultima indispensabile.
L’italia vera è diversa.
Ci sono altre opzioni e per il “dopo catastrofe” ci vuole competenza.
Il 25 settembre vota Calenda.
Lorenzo Matteoli
Condivido il tuo pensiero, Lorenzo.
A Calenda avevo fatto un pensierino da tempo … Non è che mi piaccia molta la sua alleanza per Renzi (che ritengo poco affidabile e troppo narcisista) però vediamo nei prossimi giorni cosa succede.
Un saluto cordiale,
Frederick G. Hamnett