
Tutto sembra ruotare intorno allo spareggio in corso tra Meloni e Salvini.
Sintesi della situazione:
Salvini: bruciato dalla pesante sconfitta del 25 settembre dove ha perso quasi 8 milioni di voti leghisti in pratica dimezzando il suo elettorato. Completamente sua la responsabilità che non ha capito le attese e la maturità del suo elettorato che voleva certezze e governabilità. Quindi aveva apprezzato la scelta di andare al governo di unità nazionale con Draghi, ma non ha per nulla apprezzato le furbizie del Segretario che, una volta al governo, ha sistematicamente boicottato credendo di guadagnare voti facendo la furbizia bottegaia del partito di governo e di opposizione.
Invece la solida base “amministrativa” e saggia della Lega voleva “coerenza”. Quindi se sei al governo ti comporti lealmente e non fai il furbetto facendo la fronda e il doppio gioco cretino, per rincorrere Giorgia Meloni, che tanto ti frega lo stesso perché è più intelligente di te.
Per questo la stessa base leghista ha apprezzato Meloni che è andata all’opposizione e ha fatto lealmente l’opposizione, ma saggiamente ha appoggiato Draghi e la linea Europea/Atlantica sulla questione Ukraina e nella netta condanna di Putin.
L’intelligenza (oltre a vincoli molto più importanti con Putin e Russia Unita) è completamente mancata a Salvini che ha votato contro le armi all’Ukraina e si è apertamente schierato con il massacratore Putin, disgustando il buon senso della sua base e portando il grande successo di FdI dovuto in parte alla abile/astuta campagna elettorale di Giorgia Meloni, ma in grande parte alla scarsa intelligenza del Segretario della Lega. Sono i milioni di voti di transfughi leghisti che hanno strutturato il successo di Giorgia Meloni.
Salvini ha sbagliato anche in questo caso l’analisi: non ha perso voti perché è andato al governo con Draghi, li ha persi perché al governo si è comportato da goffo furbastro;
ha poi cercato di rimediare con mosse ancora più disgustose: il viaggio in Polonia dove il sindaco Wojciech Bakun di Przemysl non lo ha ricevuto e lo ha pubblicamente svergognato regalandogli davanti alla stampa e alle televisioni di tutto il modo la maglietta con il faccione di Putin che lui aveva indossato sulla Piazza Rossa, da bravo servo del padrone.
Altra iniziativa grossolana e di ineguagliabile volgarità la dichiarazione di “aver cambiato idea su Putin” dopo sette mesi di guerra, decine di migliaia di morti, donne e bambine stuprate e uccise, migliaia di civili uccisi barbaramente per provocare terrore. Incapace di denunciare responsabilità e di scusarsi per la vergogna di avere approvato, supportato e sostenuto le idee di un criminale di guerra.
Restano sempre da chiarire i suoi rapporti con il faccendiere Savoini nell’affare Metropol e l’inqualificabile protocollo di collaborazione con il partito di Putin Russia Unita.
A valle della pesante sconfitta elettorale, e di tutte le altre ombre della sua condotta politica (Papeete etc), Salvini chiede di entrare al Governo con Meloni con il titolo di un ministero politicamente importante (specifica al Ministero degli Affari Interni) e il ruolo di “vice” premier.
Meloni: si oppone alle condizioni di Salvini con validi motivi (ufficiosamente noti):
- La riserva espressa dal Presidente Mattarella sulla ipotesi di un ministro ancora sotto processo per episodi relativi al suo precedente mandato al Ministero degli Interni;
- Le riserve espresse dal Dipartimento di Stato USA su un ministro che ha più volte dichiarato il suo apprezzamento per Putin e che è legato a Putin da un accordo tra Lega e Russia Unita;
- Le riserve espresse da Bruxelles per la dichiarata opposizione all’Euro e alla Unione Europea più volte espressa e confermata da Salvini e dei suoi consiglieri economici Borghi e Bagnai;
- La posizione di Salvini contraria alla linea Europea e Italiana sulla guerra in Ukraina;
- La scarsa credibilità di Salvini in sede Europea per la sua sistematica ingiustificata assenza dalle riunioni dei colleghi ministri sul problema dei migranti;
- La dichiarazione negativa nei confronti di Salvini espressa da Confindustria e da Coldiretti;
- La presenza di Salvini al Governo invaliderebbe l’avallo concesso a Meloni da Mario Draghi in sede Europea.
Probabilità
Allo stato attuale Salvini dichiara che non intende concedere nulla, conferma le sue condizioni e lascia trapelare la possibilità di non partecipare alla compagine governativa limitando l’impegno della Lega al “supporto esterno”.
Meloni in sede ufficiale non rilascia dichiarazioni, ufficiosamente si conosce la sua posizione contraria a deleghe importanti per Salvini nel futuro Governo.
La posizione di Salvini come Segretario della Lega diventa più fragile di giorno in giorno perché la base leghista “amministrativa” è in aperta rivolta per la catastrofica sconfitta elettorale della quale ritiene responsabile unico Salvini. Giorgetti e i governatori Zaia e Fedriga, esprimono forti riserve nei suoi confronti in sede ufficiosa. Molti importanti leader leghisti si sono espressi in modo netto chiedendo le sue dimissioni (Roberto Maroni per primo).
Meloni deve concludere rapidamente le operazioni per la formazione del governo e sta cercando una soluzione “politica” che risolva il pericolo di:
- Salvini al Governo
- Salvini fuori dal governo
Dove non si sa quale dei due pericoli sia più serio. Lo scontro è aperto e allo stato sembra senza plausibile soluzione. Nei manuali della politica politicata gli scontri senza plausibile soluzione sono in genere la premessa di “rotture”. Implicite o esplicite. Per quanto si capisce dal suo profilo caratteriale Giorgia Meloni non è soggetto che si lascia “logorare”. È possibile che questo sia l’inizio della fine di Salvini. Logica: nessun segretario politico può sopravvivere alla perdita di 8 milioni di voti, il dimezzamento del suo partito.
Lorenzo Matteoli
Ma perché, ufficialmente e pubblicamente, Giorgetti e i suoi governatori che non la pensano così, lo sostengono con forza? Qual è il ricatto che Salvini gli fa? Come si spiega?
>
…me lo sono chiesto anch’io in un pensierino di qualche giorno fa: qualcuno parla di “codardia” su la Repubblica, ma 49 milioni di euro rendono al 5% 2.450.000 all’anno (5 miliardi di vecchie lire), che potrebbero garantire una buona gratifica annua agli amici. Maroni e molti altri però si sono espressi chiaramente (nel senso di “se ne vada”) e Salvini comincia ad avere paura, se io fossi Meloni vedrei il bluff e lo taglierei drasticamente fuori chiamando al governo i rappresentanti della lega che voglio io, ignorando le indicazioni della Lega che sono quelle degli amici di Salvini e non della base “amministrativa”.