ITALIAN POLITICS IERI AL SENATO

Ci saranno sempre voti disponibili

L’elezione di Ignazio La Russa è stata uno straordinario coup de teatre della politica italiana che è utile e divertente descrivere in dettaglio.

Berlusconi accecato dalla passione vuole Licia Ronzulli ministro del governo, qualificata per la responsabilità ministeriale in quanto ex infermiera e organizzatrice della logistica delle olgettine ai bungabunga parties. Di fronte alla netta opposizione di Meloni, che vuole ministri di alto profilo e competenti, si incazza e la ricatta rifiutandosi di votare per Ignazio a Presidente del Senato.

Meloni procede in emergenza a poche ore dalla seduta e si procura i voti mancanti dall’opposizione con un raid telefonico fulmineo.

Ignazio viene eletto senza i voti delle livree di Berluska, con 18 o 19 voti probabilmente di PD, Azione, 5Stelle ottenuti da Giorgia in cambio di promesse sui futuri posti di sottogoverno. Ovviamente tutti gli interessati negano: c’erano 18 fantasmi a votare in Senato.

Berlusconi subisce la dura lezione e l’accusa formale di “grave mancanza di rispetto” da parte di Meloni. Il linguaggio di Giorgia in sede privata è stato molto più chiaro e garbatelliano, secondo le mie fonti che hanno sentito ab ore.

La lezione costa cara: una spaccatura seria della coalizione vincitrice delle elezioni (sostanzialmente irrimediabile anche se le apparenze potrebbero essere recuperate) e una sfrangiatura seria dell’opposizione. Incattivimento dell’incazzatura di Berluska che insiste nelle sue richieste (sei ministeri, il vicepremierato a Taviani, Ronzulli Ministro c’a custa l’on c’a custa). Granitificazione della linea di Giorgia Meloni che “non subisce ricatti” e che “l’ex infermiera” non la vuole proprio nel governo di alto profilo. Tra i due litiganti il terzo gode (Matteo Salvini). Un risvolto negativo per Meloni, ma non del tutto, infatti anche Salvini potrebbe imparare la lezione: tirare la corda con la coatta della Garbatella è sempre un rischio per gli arroganti padani.

La figura che esce dalla vicenda è interessante: i voti di Berlusconi sono facilmente sostituibili nel manuale dell’Italian Politics, quindi la sua capacità di ricattare il Governo Meloni non è un “dato” come lui si illudeva. Lo stesso vale per Salvini. 
Giorgia Meloni ha ottenuto un formidabile lasciapassare  per il suo governo e i due alleati, arroganti e ricattuali, sono avvertiti: rispetto, oppure F.Y.T.[1]

I voti di emergenza trovati in pochi minuti da Giorgia Meloni sono garantiti dalla loro provenienza sfrangiata e molteplice: ce ne saranno sempre quando sarà necessario.

Disponibili a costi ragionevoli per il Premier Meloni.

Dopo il valzer di Ignazio i giornali titolano: ammaccata la coalizione di destra e spaccata l’opposizione.

Vero, ma è anche vero che l’ipotesi del governo Meloni esce molto più solida.

Grazie all’Italian Politics.

lorenzo matteoli


[1] F.Y.T. in australian garbatellian: fuck you too.

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

2 risposte a ITALIAN POLITICS IERI AL SENATO

  1. Anna Mariani ha detto:

    Ottima analisi!

  2. matteolilorenzo ha detto:

    Grazie Anna! Sarà interessante vedere lo svolgimento: potrebbero esserci sorprese perché il gesto di Giorgia Meloni apre molte opzioni…

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...