
Georg Friedrich Wilhelm Hegel (1770 – 1831)
Hasan Özbekhan (1921-2007) aveva previsto che la fine delle ideologie avrebbe provocato problemi. Nella sua previsione ci sarebbe stato un ritorno alle religioni data l’impossibilità per la cultura corrente di vivere senza concepire un quadro ideale “comprensivo” (semplificando molto il suo pensiero).
Negli ultimi 70 anni sono crollati/esauriti comunismo, nazismo, fascismo, socialismo, capitalismo. La socialdemocrazia liberale (o liberal) fa fatica. Il c.d. benevolent capitalism resta nell’utopia, con gli altri sogni verdi e ambientalisti. Comunque in ritardo sulla catastrofe in corso. Se ne parla nei dibattiti e nei seminari all’università, ma i problemi contingenti sono altri.
Quello che occupa il dibattito attuale e il confronto dialettico contingente è una realtà disaggregata quotidiana di breve termine. Energia, prezzi, debiti, tasse, pensioni…più lontane, oscure, le riforme.
Il rinascimento religioso non si è ancora visto, se mai si vedrà. Speriamo di non doverlo vedere mai se i suoi sintomi dovessero essere quelli dell’Islam e del cattolicesimo integralista: il massacro dei diritti in nome di dogmi fideistici “rivelati” imposti con la violenza. La vittoria della più cupa bigotteria fanatica. La decapitazione degli infedeli, il rogo dell’eretico… il bacio del rosario.
Le “ideologie” hanno fornito per un secolo il contenitore (i contenitori) della complessità: grandi scatoloni nei quali ammucchiare, approssimativamente organizzate, le diverse visioni del mondo attuale e futuro, e su quella approssimazione condurre il confronto etico, politico, economico, sociale.
Sfasciati gli scatoloni resta il disordine qualunque, pezzetti di filosofia sparsi, problemi disarticolati, qualcosa di sinistra da una parte, qualcosa di destra dall’altra, un pezzo di conservazione e una frangia di avanguardia, il pragmatismo, il Paese, la Nazione, la Storia, la Gloria…
Questo è quello che sta succedendo: un governo diviso in quattro tendenze, una opposizione sbrindellata su cinque fronti.
In questo paesaggio disastrato possono facilmente prendere campo volgari semplificazioni.
Una situazione pericolosa.
lorenzo matteoli
English translation
End of ideologies in Italy
Hasan Özbekhan (1921-2007) predicted that the end of ideologies would cause problems. In his prediction there would be a religious renaissance given the impossibility for the current culture to live without conceiving an ideal “comprehensive” framework (greatly simplifying his thinking).
In the last 70 years Communism, Nazism, Fascism, Socialism and Capitalism have collapsed / exhausted. Liberal social democracy is struggling. The so called benevolent capitalism remains a utopia, with the other green and environmentalist dreams. All of them are regrettably late in the ongoing planetary catastrophe; a subject of debates and seminars at the university, but the contingent problems are a different matter.
What the current debate and the contingent dialectical confrontation deal with is a short-term random reality. Energy, prices, debts, taxes, pensions … further in the future, the reforms, still vaguely defined.
The religious renaissance is yet to be seen, if ever. Hopefully we will never have to see it if its symptoms were to be those of Islam and integralist Catholicism: the massacre of rights in the name of “revealed” fideistic dogmas imposed by violence, torture and massacres, the victory of fanatical bigotry, the beheading of infidels, the stakes for heretics … the kiss of the rosary.
For a century, “ideologies” were the containers of complexity: large boxes where to dump, coarsely organized, different visions of present and future worlds, to develop, on that coarse texture, ethical, political, economical and social confrontation.
Once the boxes have been smashed, whatever is left, scattered bits of philosophy, disjointed problems, something leftist on one side, something rightist on the other, some conservation and a fringe of avant-garde, pragmatism, the country, the nation, history, glory …
This is what is now happening: a government divided into four currents, a messy opposition on five fronts.
In this disastrous landscape, vulgar simplifications can easily take place.
A dangerous situation.
Lorenzo Matteoli