LA RIVOLUZIONE DEI GIOVANI IN IRAN

La tragedia dell’Iran

Giovani ragazzi e giovani ragazze stanno facendo una rivoluzione in Iran. Una rivoluzione sanguinosa: 300 di loro uccisi nelle strade, nelle piazze e torturati a morte nelle galere del regime teocratico dei boia religiosi iraniani. Vogliono la libertà dall’orrore del governo della sharia, dalla polizia etica, dall’incubo medievale del fanatismo religioso al potere.

Da noi occupa le cronache l’ayatollah lesbofobico Salvini che vuole imporre padre e madre anche alle famiglie, felici e oneste, con due padri o due madri e non si rende conto della sua adiacenza al moralismo sanguinario di Komeini. Si compiace, con il sorriso ebete, del suo ipocrita buonismo perché si sciacqua la bocca con “papà e mamma” e non si rende conto di fare di quelle parole un mostruoso emblema di cupo moralismo imposto dallo Stato.

Un governo democratico civile e decente dovrebbe esprimere pubblicamente il suo supporto ai giovani iraniani, aiutarli politicamente nella loro battaglia per la libertà e la democrazia, ma è troppo occupato nel promuovere la sua politica estera gridando “è finita la pacchia” ai disgraziati che affogano nel Canale di Sicilia.

Lorenzo Matteoli

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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