IL MEDITERRANEO VISTO DA VICINO

Caterina Bonvicini

da leggere di Caterina Bonvicini: Ministro Piantedosi venga con noi in mare e ci aiuti a decidere chi deve vivere o morire. 

Premessa: non sono competente per descrivere in modo adeguato l’operazione che di seguito approssimativamente imposto. Lo scopo del mio esercizio è quello di provocare una visione sul problema del Mediterraneo fra Europa e Africa meno povera dell’attuale congerie di discorsi basati su gretta demagogia nazionale di Italia, Spagna, Francia e Germania.
Istituti come la Commissione e il Parlamento Europeo devono farsi carico del problema con le Nazioni Unite, istruendo le competenze e le responsabilità militari, politiche, diplomatiche, economiche e finanziarie necessarie per progettare e implementare il vasto scenario.

L’attuale caos in Libia

La situazione della Libia dopo i tragici errori di Francia e Germania di intervenire  nel caos post Gheddafi è oramai fuori da qualsiasi controllo. I tentativi di Russia e Turchia di controllare il paese sono falliti ed è  in corso una caotica polverizzata guerra civile  fra le diverse tribù con la complicità o l’appoggio più o meno adeguato di Russia e Turchia.

Lo stato di guerriglia endemico è caratterizzato da comportamenti criminali allucinanti con migliaia di vittime civili in tutto il territorio.

Si impone una operazione di riorganizzazione amministrativa e di governo radicale che nessuna forza in campo è in grado di istruire e gestire.

Contemporanea e preliminare a qualunque operazione amministrativa/organizzativa deve essere una liberazione/occupazione della Libia da parte di un esercito ONU, di adeguata dimensione e di consistente attrezzatura militare che affronti e disarmi tutte le fazioni tribali attualmente belligeranti in Libia (quelle appoggiate dalla Russia, quelle appoggiate dalla Turchia e quelle locali di varia matrice tribale).

Nella Libia liberata e disarmata verrà insediato un governo di occupazione che procederà alla riorganizzazione e al riordino del paese.

Carta di Laura Canali Esperta in cartografia geopolitica, responsabile delle copertine e della cartografia di Limes. Su twitter: @lauracanali2.

Il problema dei profughi
Fino a quando una operazione di lungo termine non avrà risanato le aree di provenienza dei profughi (Africa Centrale, Sudan, Sud Est Asiatico) la Libia continuerà ad essere la base da raggiungere per il successivo passaggio in Europa: si tratta di alcune decine di anni a venire. È quindi opportuno impostare una strategia strutturata su un tempo di almeno due generazioni, evidentemente una responsabilità internazionale di lungo termine con mezzi politici ed economici coerenti con la portata dell’impresa.

Le decine di migliaia di morti affogati, l’impegno disperato ed eroico dei volontari delle ONG per salvare migranti naufraghi, il cinismo burocratico del Governo Italiano, la criminalità della Guardia Costiera Libica, la mostruosa mancanza di visione strategica con la quale viene affrontato il problema dal decisore politico italiano ed europeo, costituiscono una delle tragedie contemporanee più sconvolgenti di questo momento storico.
Senza un radicale cambiamento questa tragedia continuerà per i prossimi 10 o 20 anni che segneranno la vergogna senza riscatto dell’Italia e dell’Europa.
Una autorità internazionale competente e dotata di mezzi e adeguato finanziamento deve assumere comando responsabilità ed esecuzione della zona SAR libica (Search And Resque zone, una fascia larga 85 miglia marine lungo tutto il fronte costiero libico sul Mediterraneo).
Le due criminali Guardie Costiere libiche, finanziate e attrezzate dall’Italia, devono essere smantellate, esautorate e i responsabili comandi ed equipaggi devono essere oggetto di inchiesta giudiziaria internazionale per i crimini commessi.

I campi profughi in Libia devono essere affidati ad una autorità e a personale internazionale assistito militarmente, ristrutturati  e attrezzati per accogliere in modo civile e decente i profughi. Dovranno essere attrezzati di impianti ospedalieri e cliniche, scuole e asili per i minori. Il personale libico finora responsabile deve essere sottoposto a indagine giudiziaria internazionale: c’è ampia documentazione di sistematica gestione criminale dei profughi: violenza, ricatti, stupri.

La responsabilità europea
L’Europa attualmente in una dinamica  di drammatica decrescita demografica ha necessità urgente di impostare una strategia di lungo termine per l’accoglienza, la formazione/educazione, integrazione dei migranti, senza i quali nell’arco di dieci venti anni  si troverà in una crisi senza soluzione. Lasciare affogare i migranti nel Canale di Sicilia rende voti da demagogia criminale oggi ma è un atteggiamento suicida sul medio lungo termine. Questo va fatto capire agli attuali elettori europei che vengono invece manipolati dalla demagogia criminale di una classe politica ignorante e irresponsabile. Il sonno della ragione.

Lorenzo Matteoli

Ricevo due commenti a questo post: uno dal prof. ing. Federico Butera e uno dalla prof. essa arch. Gabriella Peretti, e li riporto di seguito.

Scrive il prof. ing. Federico Butera:

Letti gli articoli di ieri e di oggi sul tuo blog, come suggerito nella chat. Uguali diversi privilegiati merita una ampia diffusione. Molti hanno la vista offuscata in buona fede, perché non hanno capito.

Per quanto riguarda l’altro, mi pare – perdonami – fuori dal mondo. Ma se non riescono a mettersi d’accordo neanche sulle azioni da intraprendere, sul serio, in merito al cambiamento climatico che impone già oggi danni evidenti a tutti indistintamente anche ai paesi più ricchi e potenti, come vuoi che all’ONU ci sia unanimità su un tema locale, che danneggia alcuni paesi e ne favorisce altri? Ma se non si riesce ad avere una condanna unanime della invasione di un paese da parte di un altro, come vuoi che si decida di mandare un esercito neutrale, quello dell’ONU, a pacificare?

Federico Butera

Ecco il commento della prof.essa architetto Gabriella Peretti:

Condivido le tue analisi sulla situazione in Libia e sui migranti, ma purtroppo vedo due difficoltà:

  1. finchè l’Italia avrà al governo un Salvini che chiude i porti italiani e crede di risolvere il problema, e i ministri di oggi che dicono che le ONG sono da respingere perchè conniventi con gli scafisti delinquenti il problema, che è di portata globale, non verrà certamente risolto. Questi sono solo capaci di guardare ad un palmo dal naso…..e per di più con l’arroganza di risolvere la situazione. Decisione presa: fatto e risolto. 
  1. il problema, come dici tu, è di dimensione internazionale, ma purtroppo non so se l’Europa sia in grado di definire un programma storico/politico in Libia tale da controllare il tema dell’immigrazione, nemmeno in due generazioni. 

Anche in sede europea, se non arrivano teste pensanti e illuminate, lo sfacelo continua.

Non resta che sperare o denunciare in tutte le sedi la pochezza di certi cervelli e la necessità e urgenza di intervenire su una dimensione più ampia. Purtroppo non abbiamo gente giusta che si fa sentire con visione a livello europeo, NATO……

Ecco la mia risposta:

Cari Federico e Gabriella,

grazie per il vostro commento. Condivido: la mia proposta è chiaramente una provocazione fuori dalla dimensione dell’attuale realtà, ma come avevo avvertito nella mia breve premessa lo scopo del mio esercizio è “provocare una visione sul problema del Mediterraneo fra Europa e Africa meno povera dell’attuale congerie di discorsi basati su gretta demagogia nazionale di Italia, Spagna, Francia e Germania.
L’inerzia dell’Europa in questo momento storico è una tragedia nella tragedia: non so se lo stato preagonico dell’Europa di Bruxelles sia dovuto alla politica incapacità di esprimere visione, volontà e responsabilità, o se questa incapacità non sia invece dovuta al vuoto ideale dell’istituzione: senza idee e senza telos si muore.
La situazione Libia/Mediterraneo non è sostenibile ed è luogo di pericolosa fragilità, quindi luogo di probabile drammatico prossimo cambiamento.
Spesso nella storia le situazioni drammatiche sono determinanti per innescare svolgimenti e soluzioni per facilitare le quali è necessario proporre ipotesi e opzioni.

LM

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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