
Niente balaclava sui carabinieri: non è stato un arresto, ma una “presa in consegna”
La grande gazzarra governativa sull’arresto di Messina Denaro è patetica.
Il grande boss mafioso, responsabile di orrendi delitti e massacri, è stato oggetto di indagini e ricerche infruttuose per decine di anni: chiaramente ha goduto di protezione di “alta” qualità. E non sapremo mai i dettagli e le responsabilità dei protettori “intoccabili”.
Un grande capo mafioso malato terminale di tumore è per l’onorata società una mina vagante. È molto probabile che lui lo sapesse e che lo sapessero anche altri soggetti della “cupola”. Aveva i giorni contati, e non per il tumore.
Lui lo sapeva e ha preferito arrendersi per morire la sua morte di tumore e non di veleno e di schifosi tradimenti. I dettagli dell’accordo non li conosceremo mai.
Nessuna gloria nella sua cattura: si è consegnato ai carabinieri che molto probabilmente non lo avveleneranno né lo faranno fuori in obliqui, confusi, conflitti a fuoco. Almeno si spera, ma sappiamo già che NON PARLERA’ per la rigorosa tutela dei suoi parenti.
I carabinieri che lo hanno arrestato infatti non avevano bisogno di nessuna balaclava, infatti non è stato un arresto ma una “presa in consegna”. Come mai i giornalisti hanno parlato di maschere sui carabinieri? In tutte le foto e video si vedono carabinieri senza balaclava.
Il governo e la politica invece di vantarsi per un arresto che è stato in realtà una resa concordata ci facciano sapere chi lo ha protetto per dieci anni, consentendogli di massacrare, uccidere, e gestire il suo impero incontrastato.
Lorenzo Matteoli
PS Cara Meloni: non ammettere che si tratta di “resa spontanea” e non di “arresto” e tacere sui “protettori” intoccabili e notissimi là dove si sà ciò che si deve sapere, è un insulto alla memoria delle vittime di questo mostruoso mafioso. Primi fra tutti Falcone e Borsellino.
Dopo trenta anni di latitanza protetta ad alto livello, malato terminale di tumore al colon sà di essere stato abbandonato dalla “cupola” che lo ritiene obiettivamente pericoloso, tratta la sua resa con la mafia e con i carabinieri. Preferisce morire di tumore e di morte “assistita” piuttosto che di veleno mafioso o di strani accidentali conflitti a fuoco. Il prezzo del contratto con la mafia: il silenzio. Non sapremo mai il prezzo del contratto con i carabinieri, ma sicuramente un contratto c’è stato.
La prova? i carabinieri senza balaclava.
C’è di più.
Lei Dottore ricorda ancora l’arresto di Enzo Tortora?
Alle 4 di mattina, manette e catene, abiti stropicciati e un “bel defilé” fino al cellulare distante sotto gli obiettivi dei giornalisti appostati.
Ed era INNOCENTE!
Qualche differenza con l’arresto odierno , vero?
La saluto molto cordialmente.
Una vergogna indegna: questo mostro assassino trattato come un privilegiato e la gazzarra governativa e politica sulla “grande vittoria”! Dicano chimi,o ha pèrotetomperc decine nei anni e la smettano con questa indegna messa in scena.