Nel tentativo, tardo e goffo, di recuperare credibilità dopo il criminale pasticcio dell’abbandono di 200 naufraghi in mare il primo ministro ha convocato un CdM a Cutro.
Sono andati i ministri nelle loro limousine governative in Calabria per essere insultati dalla popolazione indignata. Hanno ignorato le bare dei naufraghi per aumentare la dose di insolenza.
Il primo ministro Meloni, con non poca vaghezza geografica, ha assicurato che il Governo “andrà a cercare gli scafisti in tutto l’orbe terracqueo”. Basterebbe il Canale di Sicilia e la rotta turca, e forse è già troppo.
Il resto della riunione degli arroganti boy-scout al governo è stata la conferma della loro distanza dalla realtà delle cose. Hanno inasprito le pene per gli “scafisti”, come se questi fossero i responsabili della tragedia planetaria in corso, e non gli attori ultimi e minori: per quanto deprecabili e criminali fanno un mestiere e rischiano. Alla prossima riunione i nostri boy-scout fisseranno multe e pene per i costruttori dei fuoribordo usati dagli scafisti. La logica coranica che seguono è chiara: senza quei motori gli scafisti non potrebbero commettere il reato di supporto alla immigrazione clandestina…ergo…
Ci si chiede fino a quando il governo italiano e i governi dell’Europa continueranno ad affrontare il problema nel Canale di Sicilia, quando questo è radicato nei paesi di origine dei migranti e nella catena di operatori che li conduce fino ai campi di tortura e stupro finanziati dall’Italia in Libia, per poi lasciarli alla mercè dei banditi della Guardia Costiera libica, di nuovo finanziata dall’Italia. L’evasione sistematica e progettata dalle responsabilità sembra essere l’unica strategia della quale il governo italiano e quelli europei sono capaci.
Bisognerebbe:
- Impedire che partano con finanziamenti strutturali di lungo termine nei paesi di origine.
- Se partono e arrivano in Libia e in Tunisia
- organizzare campi di accoglienza attrezzati, civili, dotati di scuole, corsi di formazione e assistenza sanitaria
- gestiti da personale europeo
- e non da stupratori e torturatori libici e tunisini pagati dai governi europei
- Se affrontano il Canale di Sicilia
- impedire che cadano nelle mani dei banditi delle Guardie Costiere libica e tunisina.
- Se arrivano in Italia o in Europa
- accoglierli, educarli, formarli, integrarli.
Perchè?
Per il semplice e impellente motivo che l’Italia e l’Europa, in crisi demografica catastrofica, di quei migranti hanno urgente bisogno.
Non è difficile da capire: il futuro dell’Europa post-industriale dipende dalla disponibilità di manodopera e l’unica manodopera disponibile per questo futuro è quella fornita dai migranti. A fronte di questo problema, di lungo termine e di immediata necessità di intervento, l’unica cosa che i nostri demagoghi populisti al governo riescono a concepire sono misure poliziesche e ostacoli burocratici per favorire naufragi e aumentare il numero degli affogati nel Canale di Sicilia. Per poi celebrare i risultati con vergognose dimostrazioni come il CdM a Cutro e inasprire le pene per gli scafisti (e in futuro, con logica coranica, per i costruttori di motori fuoribordo).
Cos’altro ci possiamo aspettare dalla gretta logica populista?
Quo usque tandem …
Lorenzo Matteoli