
QUELLI CHE NON SONO IN GRADO DI SPENDERE I FONDI PNRR
Nel mio post “errata corrige” sui ritardi del PNRR ho scritto in conclusione:
“Allo stato attuale bisogna valutare quanto convenga perseguire il finanziamento di 200 miliardi del PNRR solo un terzo dei quali in conto capitale.
Mettere a bilancio i due terzi nelle attuali condizioni del debito pubblico italiano potrebbe comportare non poche difficoltà.
Il governo non è in grado di rivedere e adattare il programma. Non ha nessuna cultura di progetto e di programmazione. Rinunciare significa perdere futuro, continuare sbandando significa perdere soldi. Di male in peggio.”
Su questa conclusione è necessario fare serie riflessioni.
Anche in considerazione del fatto che, nonostante l’irritazione di Giorgia Meloni, questa è proprio la tendenza che oggi sembra prevalere: ma rinunciare per incapacità di gestire il problema è un suicidio politico.
I piccoli comuni rinunciano ai finanziamenti in quanto condizionati da vincoli “impraticabili” e comunque perché non dispongono di strutture professionali in grado di gestirli responsabilmente.
Lo stesso importante raggruppamento dei diversi Enti responsabili del Bacino Imbrifero della Valle Padana ha dichiarato di rinunciare ai 180 milioni di Euro previsti nel PNRR per un intervento per il riassetto idrogeologico del sistema territoriale di competenza.
Una assurdità surreale. Se non si deve rinunciare cosa si deve fare? Ecco una linea secondo me praticabile:
Rivedere i programmi, ridefinire i progetti, attrezzarsi con organismi professionali capaci di assumersi l’incarico, rinegoziare tempi e scadenze con Bruxelles: certo.***
Rinunciare: no.
Il riassetto idrogeologico di parti del territorio è da sempre un problema attuale, drammatico e ineludibile
Un investimento che potrebbe ridurre rischi di disastri ambientali futuri che comporterebbero perdite di vite umane, distruzione di infrastrutture, distruzione di patrimonio edilizio, di patrimonio culturale. Per valori inestimabili.
L’economia e la macroeconomia devono essere gestite, i problemi devono essere affrontati e risolti. Il rischio va studiato, contenuto, gestito. Le strutture professionali competenti e capaci vanno cercate non solo in Italia, ma in Europa e nel mondo. Sono compiti istituzionali di un governo
Prendere i soldi dell’Europa, che sono sicuramente disponibili a condizioni più vantaggiose di quelle proposte dai mercati finanziari correnti e investirli per vantaggi economici, finanziari, industriali, occupazionali, ambientali, sociali, è un impegno al quale un governo non può sottrarsi per mancanza di progetti o programmi o per mancanza di strutture professionali capaci e competenti.
Questa è la sostanza del “governare”: per questo siete stati eletti e delegati, per questo avete promesso e preso impegni.
La rinuncia è fallimento e suicidio politico.
Cercare responsabilità di precedenti governi è la dichiarazione della propria impotenza
Se non siete capaci: andate a casa.
Lorenzo Matteoli
*** Sabino Cassese nel suo fondo sul Corriere dell’8 Aprile (I rimedi possibili sul PNRR) è d’accordo: ai fondi Europei non si può rinunciare e vanno spesi bene