Nota 2023: questo scambio con Ettore Boffano illustra bene la sindrome dei giornalisti torinesi vittime del plagio da parte del “sistema Torino” Costretti a credere alle loro stesse panzane. Questo scambio con uno dei giornalisti omologhi torinesi illustra a trenta anni di distanza quale era l’atmosfera a Torino. Minacciati e svillaneggiati dalla stampa di servizio, che non risponde alla rettifiche, che non pubblica le lettere di quelli che accusa ingiustamente, sicura della protezione che gode da parte del “Sistema Torino”. |
Ettore Boffano dopo la pubblicaazione del “dizionario dello stadio (1992-1993) protesta con. messaggi offensivi e minacciosi nel 1993. Ettore Boffano, responsabile del foglio Torinese de La Repubblica obbietta con tono arrogante e minaccioso alla prima uscita del “dizionario”. Ho conservato il bisticcio perche’ e’ un buon esempio della pochezza di certo giornalismo. Segnalai la particolare modestia del Boffano alla direzione del quotidiano e non so se per caso o per consguenza il Boffano fu “promosso” a corrispondente dall’estero. Poche settimane piu’ tardi il foglio Torinese de La Repubblica fu affidato ad altri. Boffano Ettore 1 Ecco il primo messaggio che mi manda e la mia risposta. Alla voce esegesi ho svolto una analisi piu’ approfondita del messaggio che nasconde, nella sua brevita’, molti elementi di interesse e la consueta dose di imprecisioni strumentali. Boffano: Ma come ti permetti? Ti abbiamo intervistato non molto tempo fa e, aldilà delle tue millanterie, hai dimostrato di non aver molto da dire sullo stadio. Se ci sono cose importanti, perchè non vieni a raccontarle a noi e, soprattutto, alla procura della Repubblica (o forse è un luogo che non gradisci molto frequentare?**). E non ti permettere mai più di offendere il nostro lavoro. ettore boffano** **come giornalista Boffano è poco informato: ho avuto un lungo e interessante colloquio con il Giudice Corsi in Via Tasso e ne ho riferito alla voce Corsi del dizionario sullo stadio. Una delle tante cose che Boffano non ha letto e non conosce, ma scrive, scrive, scrive, minaccia, accusa, insinua, blatera, “come ti permetti, e non ti permettere più“… senza leggere i documenti che critica e condanna, senza sapere, senza documentarsi. Ma chi ti credi di essere? Così tipico della professione giornalistica di servizio a Torino, della quale il signor Boffano è rappresentante emblematico. E questa e’ la mia risposta: Egregio Signor Boffano, Con riferimento alla sua domanda su “come mi permetto“. Mi permetto. Sulla base di documenti precisi: i vostri articoli da dieci anni a questa parte e i vostri titoli, i vostri silenzi e le vostre deformazioni sistematiche. I vostri errori e le vostre offensive falsificazioni (un titolo per tutti: Il Mal de la cittade di Recanatesi 1988 o 89). Una sequenza che, dopo dieci anni, appare chiaramente pre-concetta. Da una parte. Dall’altra la condotta mia e dei miei colleghi di Giunta del Sindaco Magnani Noja e dei miei Funzionari: trasparente, rigorosa, premiata da un grande, evidente, innegabile successo realizzativo con enormi vantaggi per Torino e per i Torinesi. Una operazione di grande valore tecnico e con procedura amministrativa originale e impeccabile, condotta in condizioni di enorme difficolta’ e rischio quando l’Italia intera, e Torino in particolare, era “congelata” dagli scandali. E queste non sono millanterie: sono fatti, cose avvenute e documentate. O mi si dimostri il contrario. Non ho molto da dire sullo stadio? Non mi sembra proprio! Se Lei avesse la cortesia di rileggere cosa ho detto nell’intervista e di risentire la registrazione della telefonata se ne renderebbe conto. Sono dieci anni che scrivo sullo stadio e pubblico: Lei non se ne e’ mai accorto? Si ricorda il librettino verde del 1990? Raccontare a voi? e perche’? per consentirvi ulteriore deformazione strumentale? Quale fiducia dovrei avere dopo gli articoli alla Recanatesi? Sono comunque cose che sapete benissimo da sempre, ma che non avete mai voluto o potuto pubblicare. Mi diverto molto di piu’ sul mio sito web. Visto che ha gli archivi a disposizione si rilegga l’articolo di Recanatesi “Il Mal de La Cittade” e la mia lettera di rettifica (mai pubblicata), oppure si vada a vedere il titolo “Grugliasco: crocevia di tangenti” con la mia foto, quella di Maria Magnani Noja e quella dello stadio e si interroghi sulla liceita’ e sulle motivazioni di certe operazioni. Il suo accenno alla Procura della Repubblica e’ tipico di quella “cultura”: se lo rilegga e si chieda quali effettive giustificazioni ha. Non ho problemi con la Procura e Lei lo sa bene, ne’ mi sembra di essere uno che si nasconde o fugge: sono in Italia e a Torino regolarmente ogni tre o quattro mesi. Consulti di nuovo il mio “dizionario” e anche su questo tema trovera’ elementi di interesse (alla voce “Corsi”). Io non offendo ne’ voi, ne’ il vostro lavoro: scrivo cose puntualmente documentate. Faccio i nomi di chi ritengo responsabile, cito gli articoli scritti, le lettere di rettifica non pubblicate, so benissimo che ci sono giornalisti bravi, civili e decenti: lo dico e li nomino e mi firmo. Esprimo con responsabilita’, e pubblicamente la mia documentata opinione: si tratta di un esercizio che si chiama liberta’ di espressione. La ringrazio per il suo messaggio che mi ha permesso qualche ulteriore e, mi sembra, opportuna puntualizzazione, e La saluto con cordialita’. Lorenzo Matteoli. Vedere a esegesi una ulteriore elaborazione sul messaggio del signor Boffano. Patetica e particolarmente penosa la gaffe del Signor Boffano che insinua che io abbia problemi a frequentare la Procura di via Tasso e non ha letto del mio lungo e cordiale colloquio con il Giudice Corsi e della mia corrispondenza con questo Giudice sulla evidente aggressione da parte del giornale La Repubblica al valore dello stadio e della concessione della Continassa: una ovvia plateale marchetta per gli interessi economici della Juventus/Agnelli/Fiat cortesia de La Repubblica e dei suoi redattori che non sono così ingenui da non conoscere il valore delle loro critiche nel negoziato fra Amministrazione di Torino/Juventus (Agnelli, Fiat). A buon intenditore poche parole. Se la mia ipotesi non vi è chiara chiedete a un qualunque tassinaro torinese e ve la spiegherà. Forse i problemi con via Tasso sono di qualcun altro. Ma il “sistema Torino” non si tocca. Boffano Ettore 2 Ricevo un altro messaggio dal signor Boffano. Speravo in una risposta, ma non e’ cosi. C’e’ pero’ progresso e qualche interessante spunto. L’avevo invitato a leggere la lettera di Andrea Galasso pubblicata da Tuttosport ed eventualmente avvertire i colleghi di quel giornale che si trattava di millanterie (Andrea dice cose molto simili se non eguali a quelle che dico io). Il signor Boffano puntualizza e distingue: “l’ex assessore Galasso è una persona seria. Lui sì, ma era circondato in giunta da tanti altri assessori poco seri** peccato, per lui e non per te. Hai letto la storia del ragazzino diventato pazzo giocando con un videogame? dicono che possa accadere anche con internet a chi si occupa sempre dello stesso sito (o dello stesso stadio?). Come sono le cure psichiatriche in australia?. ciao. ettore boffano“** **specificare meglio quali sono quelli poco seri: Bracco, Cattaneo, Dondona, Ravaioli, Marzano, Matteoli, Pizzetti, Porcellana, Provvisiero, Re, Tedeschi,… quanti sono “tanti” ? ne vorrei almeno cinque, meglio sei, sempre spreciso il signor Boffano o e’ “lostilerepubblica“? Noi pazzi/poco seri siamo piu’ esatti: sara’ la “mania”? Cosi’ rispondo: Egregio Signor Boffano, dunque: sono poco serio, e sono probabilmente fuori di mente perche’ mi occupo sempre dello stesso sito e dello stesso stadio. Sulla mia pagina indice avra’ modo di leggere i diversi argomenti dei quali mi occupo: http://www.iinet.net.au/~matteoli/Lorenzo_Matteoli_index.html(Il concetto di cultura, La Cultura di Torino, Storia, La storia del vetro, Short stories, Sostenibilita’, Economia ambientale, Tecnologie alternative e paesi in via di sviluppo, Utopia e tecnologia, Saggio sulla vita di Eugenio Montale, Fotografie di Rottnest Island, Snowboard…) non mi pare di essere monomaniacale, anzi gli amici mi accusano di eclettismo eccessivo. Sempre impreciso il signor Boffano, eppure l’indirizzo della pagina indice era disponibile. Ma lo stadio e’ il tema di questo dibattito, non Montale o altro, e lei doveva rispondere su altre cose Signor Boffano! Mi permetto un breve promemoria non esaustivo: documentare la sua incauta insinuazione sui miei problemi con la Procura della Repubblica, la manipolazione delle mie dichiarazioni con le battute evasive di Novelli e le bugie di Bastino Jr (forse era Lei l’intervistatore di tre anni e mezzo fa?), la cronaca vuota di Liveli sul Consiglio Comunale, i falsi di Recanatesi, le mie richieste di rettifica ignorate da Tropea, la titolazione volutamente calunniosa, contestare con argomenti solidi la mia posizione sul giornalismo strumentale e le mie accuse precise ai dieci anni di settarieta’ sistematica sulla vicenda dello Stadio delle Alpi, la denuncia di sinergismo [inconscio?ma va là] con gli interessi del potere torinese … etc. Secondo lo stile della sua scuola, quando non si hanno argomenti, quando non si e’ in grado di mettere i documenti dove si e’ sventatamente messa la lingua (o la penna), quando di fatto e’ dimostrata l’inanita’ professionale ed etica si qualifica l’interlocutore di “pazzia” (proprio come Novelli che appartiene infatti alla stessa scuola). Ma fatti, cose, numeri, documenti: niente. Rilegga la sua battuta sulle cure psichiatriche in Australia: le sembra roba seria? Pero’ consistente con il “modello”: nella Russia pre-muro sarei stato certamente ricoverato in una istituzione per malati mentali. Elenchi piuttosto i documenti della mia scarsa serieta’ e della mia pazzia, contesti con precisione sostanziale, dica cosa, come, perche’, dove e quando. Non lo fara’. Da un punto di vista critico piu’ generale questo suo secondo messaggio (ragazzino impazzito su internet, la mia scarsa serieta’, la mia pazzia monomaniacale, la battuta sui servizi psichiatrici Australiani) e’ molto diverso dal primo (che era ingiuntivo, perentorio, arrogante, minaccioso e implicitamente calunnioso). E in questa differenza c’e’ interesse e progresso. I suoi scritti sono piu’ rivelatori di quanto lei possa pensare. Nel complesso si nota un miglioramento: non azzarda piu’ minacce, evita le accuse infondate, abbandona le ingiunzioni perentorie, rivelatrici, puerili, battute sulle terapie psichiatriche australiane e…(molto importante) in chiusura, saluta. Io sono passato da millantatore criminale a povero scemo. Andiamo avanti signor Boffano: e’ un percorso lungo, ma ce la faremo. Le assicuro la mia collaborazione: rispondero’ sempre a tutte le sue evasioni mistificanti. Come vede, ogni suo messaggio e’ utile per stimolare nuovi spunti e su un punto abbiamo un completo accordo: Andrea Galasso e’ una persona seria.* Cordiali saluti, Lorenzo Matteoli * non era questa l’opinione del team Lagana’/Carpanini/Grosso/Chiusano nel Consiglio Comunale della notte del 3 aprile 1989. Al direttore de La Repubblica V. ZucconiIl direttore de La Repubblica Zucconi informato della “querelle” con il sognor Boffano, non ha risposto: per completare il dossier della mia corrispondenza con quella testata riporto la mia nota al direttore Zucconi. Egregio Direttore Zucconi, Le ho inoltrato nei giorni scorsi per competenza lo scambio di messaggi che ho avuto con il signor Boffano de La Repubblica, inserto torinese. A lato della mia polemica desidero farLe presente il costo non indifferente per i Torinesi della pervicacia con la quale, contro ogni evidenza, con sistematiche falsificazioni e ignorando le mie comunicazioni e richieste di rettifica l’inserto torinese de La Repubblica, per oltre dieci anni, ha illustrato in termini denigratori tutta la vicenda dello Stadio delle Alpi e si e’ accanito contro la mia persona. Solo per imporre faziosamente un paradigma pre-concetto, sbagliato e indotto dalla convenienza conforme torinese. L’edificio e’ qualificato a livello internazionale da giudizi estremamente positivi di giornalisti ed esperti, ha ricevuto premi nazionali ed internazionali per la progettazione, la concezione architettonica e per\ l’ingegneria di avanguardia, e’ stato realizzato con una procedura amministrativa originale, rigorosa e trasparente, che ha consentito notevole risparmio di denaro pubblico. E’ LO STADIO ITALIANO COSTRUITO PER I MONDIALI DEL 90 CHE E’ COSTATO MENO DI TUTTI IN ASSOLUTO. Il meccanismo della gestione in concessione a una impresa privata (unico caso in Italia) consentiva di risparmiare denaro pubblico e di garantire la massima efficienza, funzionalita’, ordine e sicurezza dell’edificio, fino a quando non e’ stato aggredito dalla Juventus. Grazie alla mala-informzione decennale delle redazioni torinesi (La Stampa e la Repubblica) l’immagine dello stadio a Torino e’ invece ingiustamente pessima, la malevolenza della gente, i sospetti artatamente fatti crescere, l’astio alimentato da decine di articoli impediscono un giudizio obbiettivo e spingono un sindaco debole a subire le richieste esose dei dirigenti della Juventus. Si rischiano spese enormi per quello che e’ un capriccio artificiosamente costruito e dentro queste spese si nascondono indebite speculazioni di soggetti di impresa avidi e senza scrupoli. Se il Suo giornale tiene alla immagine di organo indipendente ed obbiettivo, questa situazione deve trovare una adeguata, urgente e nitida correzione perche’, allo stato attuale e’, e non solo a mio avviso, una offesa grave alla reputazione e alla dignita’ della storia della testata nazionale che Lei dirige. Il messaggio e.mail del signor Boffano, e’ emblematico di quanto sostengo da tempo: di fronte a una polemica dura, ma documentata e giustificata da dodici anni di abusi, il signor Boffano risponde con prepotenza, errori, e insinuazioni minacciose. Valga come unico esempio l’incauto riferimento alla Procura della Repubblica alla quale avevo comunicato fin dal maggio 1996 le mie preoccupazioni come dettate nell’intervista al Suo giornale. Alla mia precisa risposta: nessun riscontro e, tantomeno, un cenno di scuse piu’ che dovute. Chi richiama alla decenza professionale questi giovani? Dove sono i “maestri”?Immagino che Lei sia persona occupatissima, ma credo che questo caso sia degno della Sua attenzione: un sindaco costretto a ritirare una delibera fondamentale, sfiduciato in Consiglio, una ipotesi di spesa superiore a 500 miliardi denunciata dall’opposizione, una cronaca “vuota” sull’inserto de La Repubblica, una maldestra letteraccia di un Suo cronista … e, soprattuto, dodici anni di abuso sistematico dei media. Sono imperdonabilmente ottimista, sono disponibile a qualunque verifica e sono certo che alla fine la verita’ prevarra’. Ho molta fiducia nella Sua azione per abbreviare i tempi dell’ineluttabile avvenimento. Cordiali saluti, Lorenzo Matteoli Western Australia 18/11/1999 P.S. ricevo in questo momento sul mio fax l’articolo pubblicato da Tuttosport: “Il Delle Alpi e’ un affare per la Juventus” con la lettera dell’Avvocato Andrea Galasso che conferma con grande autorevolezza tutti i miei punti. Qualcosa comincia a cambiare a Torino. La Repubblica aspettera’ ancora o se ne accorgera’ ? LM Anche il direttore Zucconi non risponde: sicuramente ha cose piu’ importanti da fare, ma non fa una bella figura lo stesso. Il mio ottimismo e la mia fiducia sono per ora mal piazzati. Cosi scrivevo il 3/12/99, ma mi sbagliavo! Update 8/12/99 Errore mio questa volta! sono stato impaziente! Il direttore Zucconi non mi ha risposto, ma ha fatto di meglio: ha promosso il signor Boffano ad altri e piu’ innocui incarichi togliendoli la responsabilita’ dell’inserto Torinese e ha ordinato un “giro di boa”. Con il 7/12/99 La Repubblica ha cambiato cavallo. Sono molto contento! L’efficacia di Internet e’ stata superiore alle mie piu’ rosee aspettative e speranze: una nuova era dell’informazione e’ cominciata anche per me!Complimenti sinceri al direttore Vittorio Zucconi e spero che accetti le mie scuse per l’impazienza. Esegesi La prima comunicazione di Boffano alla quale rispondo molto sinteticamente alla voce Boffano Ettore 1 richiede una analisi e un riscontro piu’ diligente ed esteso allo scopo di coglierne appieno i molti risvolti e tutte le interessanti implicazioni. Svolgero’ l’esegesi in modo analitico quasi parola per parola: se temete di annoiarvi lasciate perdere, ma cerchero’ di essere lieve. Ma come ti permetti? chiede Boffano in apertura del suo messaggio. Una domanda retorica perche’ l’opinione del signor Boffano appare chiara dal resto del testo: e cioe’ che io non mi posso assolutamente permettere di criticare, opinare, discutere, controbattere, contestare nulla di quello che scrive il suo giornale. Deve essere una regola speciale che si applica al giornale La Repubblica e ad alcuni dei suoi giornalisti. Non tutti: chiedero’ al direttore Zucconi. Il signor Boffano non spiega comunque i motivi del divieto, ma e’ preciso nel merito e ribadisce il concetto anche nella chiusura del messaggio con una ingiunzione perentoria: “e non ti permettere mai piu’ di offendere il nostro lavoro.” Ritornero’ dopo sull’ingiunzione finale. Dice poi il signor Boffano: ti abbiamo intervistato non molto tempo fa: La Repubblica mi intervisto’ telefonicamente verso l’8 di maggio 1996 (tre anni e mezzo fa) dopo la prima dichiarazione di Castellani che proponeva la demolizione dello stadio, non ricordo interviste piu’ recenti. La telefonata arrivo’ alle 3 di notte Australiane (per i terrapiattisti de La Repubblica i fusi orari non esistono) e la domanda fu: cosa ne pensi della proposta del sindaco di abbattere lo stadio. Concordai un testo preciso per le mie risposte perche’ non mi fidavo dell’etica del giornale per precedenti sgradevolissime esperienze. In sintesi dissi le seguenti cose: 1. quella della demolizione mi sembrava una idea strampalata di un soggetto depresso 2. ritenevo che fosse in corso una manovra coordinata per il deprezzamento della concessione e per preparare future operazioni di acquisizione da parte della Juventus o di terzi correlati alla Juventus 3. collegavo il malumore della Juventus al fatto che questa non prendeva piu’ i soldi della pubblicita’ come era abituata a fare quando Novelli la concedeva a Bastino a cifre molto basse (300-400 milioni all’anno) e Bastino compensava la Juventus con una commissione (o tangente). Secondo Boffano: “e aldila’ delle tue millanterie, hai dimostrato di non avere molto da dire sullo stadio.” Non e’ vero: ho molto da dire e ho detto e scritto moltissimo. Questo documento (il dizionario dello stadio) ad esempio di circa 45 mila parole (credo che siano 180 cartelle circa) denso di dati, fatti e riferimenti documentali ha messo a disposizione (grazie a internet) di molti consiglieri comunali e torinesi informazioni che le redazioni della Repubblica e della Stampa avevano sempre accuratamente taciuto e nascosto. E’ interessante notare come il signor Boffano non veda anche la piu’ evidente realta’: di fronte a un documento di 45mila parole (180 cartelle circa) che sta sconvolgendo il quadro conoscitivo corrente a Torino sulla vicenda Stadio delle Alpi, dice che “non ho molto da dire“. Se non riesce a vedere una cosa macroscopicamente evidente come potra’ avere contezza di altre piu’ sottili, ma importanti emergenze ? La saggezza dei proverbi: non c’e’ peggiore sordo di chi non vuol sentire. In questo caso “non deve” sentire.Quello che avevo anticipato all’intervistatore de La Repubblica si e’ puntualmente verificato: non erano quindi“mie millanterie” come le qualifica il signor Boffano, ma precise deduzioni consequenziali da una serie di fatti che avvenivano in quei giorni. Oggi vediamo la conclusione della manovra con il sindaco che propone di regalare stadio e concessioni commerciali alla Juventus e il cronista de La Repubblica che accuratamente nasconde la cosa nella sua cronaca dal Consiglio Comunale. Da un punto di vista giornalistico era uno scoop: ma non del tipo che piaceva al cronista “implicito” de la Repubblica. Non era coerente con il dettato “torinese”. Le mie millanterie: che Novelli regalasse per 300 milioni la pubblicità al vecchio comunale al suo sumà Bastino è documentato da decisioni del sindaco protocollate e dalla prassi pluriennale novelliana. Che sotto la mia gestione la pubblicità al Comunale sia stata messa a concorso e data per 2.700.000.000 (duemiliardiesettecentommilioni) è documentato da solidi accrediti bancari. Niente millanterie signor Boffano. Che Bastino pagasse alle due squadre pingue tangenti venne dichiarato apertis verbis da Boniperti a me testimone Andrea Galasso e Bepi Dondona. Nota 2023: nel dizionario dello stadio ci sono accuse precise pesantissime nei confronti di Chiusano, Nizzola, Boniperti, Novelli, Juventus FC, Torino Calcio, Bastino, Publimondo, La Stampa, La Repubblica, le imprese torinesi…FIAT ENGINEERING per turbativa d’asta… Nessuno mi ha querelato in trenta anni: perché ci sono grandi pericolose code di paglia. Oggi tutto è prescritto e molti dei protagonisti sono morti. L’unica reazione il farfuglio arrogante del Boffano con la puerile raccomandazione di rivolgermi alle cure psichiatriche Australiane. Un bambino di terza media potrebbe fare una battuta del genere….che la faccia un caporedattore de La Repubblica è preoccupante. Se ci sono cose importanti perche’ non vieni a raccontarle a noi: Ve le ho sempre raccontate e ve ne siete sempre disinteressati alla grande. Il 5 aprile 1995 (quattro anni e sei mesi fa) inviavo un comunicato stampa all’ANSA di Roma nel quale reagivo alla battuta di Bettega alla Domenica sportiva del 2 aprile (aveva detto riferendosi al delle Alpi “stadio del malaffare”) nel quale denunciavo in chiare lettere la storia delle commissioni (leggi tangenti) sulla pubblicita’ che Bastino pagava alle squadre girando il vantaggio del contratto di concessione privilegiato che gli era garantito dalla amministrazione di Novelli): nessuna testata Italiana lo riprendeva, ma credo che tutti i giornalisti lo abbiano visto sulle uscite ANSA di quel giorno. Il coraggio evidentemente non e’ una delle caratteristiche del giornalismo “stilerepubblica”. Il “sistema Torino” non ammette scherzi e i giornalisti torinesi “tengono famiglia”. E ve le ho raccontate ancora una volta 3 anni e mezzo fa nell’intervista alla quale il signor Boffano si riferisce. Ma di nuovo non sono piaciute. Repubblica pubblico’ le mie risposte con leggere manipolazioni e menomazioni editoriali, ma erano ben riconoscibili nel testo (concordato per la mia parte perche’ non mi fidavo) dell’articolo pubblicato che ricordo a memoria e non ho a mani attualmente. Con una significativa e mistificante aggiunta: chiesero a Novelli una opinione sulla storia delle tangenti sulla pubblicita’ e Novelli disse che le mie erano elucubrazioni deliranti (negando l’evidenza di documenti a sua firma protocollati). Il figlio di Bastino suffrago’ le dichiarazioni di Novelli negando quello che Boniperti aveva dichiarato di fronte a molti testimoni (gli Assessori pro tempore Andrea Galasso e Bepi Dondona fra questi). Avevo ragione a non fidarmi, ma concordare il testo non e’ stato sufficiente a vincere l’attaccamento al dovere del cronista: per annullare il significato della mia documentata denuncia e di farmi passare per bugiardo il cronista inseri’ la battuta ariosa di Novelli e la conferma sballata di Bastino Jr., senza darmi la possibilita’ di interloquire. Mentre le mie affermazioni erano e sono documentate da corrispondenza ufficiale, delibere, atti del Consiglio Comunale sotto Novelli e sotto Magnani Noja, e dalle dichiarazioni di Boniperti di fronte a testimoni, la battuta di Novelli e’ aria fritta di un soggetto interessato, come quella di Bastino Jr.. Nota 2023: in particolare Novelli ignora la brutale evidenza dei trecento milioni che lui chiedeva a Bastino (suo amico) per la pubblicità al Comunale a fronte dei 2.700.000.000 (duemiliardisettecento milioni) ai quali io l’ho data dopo il concorso pubblico. Morale: Repubblica prende le mie affermazioni basate su documenti ufficiali (deliberazioni) e dichiarazioni responsabili (Boniperti di fronte a testimoni) e le fa ridicolizzare da una battuta senza fondamento, e molto interessata, di Novelli. Dopodiche’ il signor Boffano, che crede a quello che legge nel giornale che lui stesso apparecchia, dice che al di la’ delle mie millanterie non ho molto da dire sullo stadio. Le parole vuote di Novelli sono “la verita’” e le mie documentate affermazioni sono “millanterie“. Missione compiuta. Bel “lavoro” di approfondimento e documentazione giornalistica, non c’e’ che dire: si va a chiedere a Novelli di confermare che nella sua amministrazione avvenivano inghippi e spartingaglie (copyright Diego Novelli) Sono questi comportamenti eticamente e giornalisticamente scorretti che giustificano i peggiori sospetti e inducono grande riserva. Ma “non mi devo permettere” di commentare e denunciare il pessimo giornalismo perche’ se no offendo il lavoro dei giornalisti. I nostri vecchi hanno combattuto per la liberta’ di stampa, ma si sono dimenticati di combattere per la liberta’ di denunciare gli errori, le storture e il settarismo strumentale della stampa di regime. Silenzio quindi. (Boffano oggi non passerebbe il test del fascistometro di Francesco Merlo). …e soprattuto alla Procura della Repubblica: anche in questo caso il signor Boffano scrive senza essere bene informato: l’8 maggio (il giorno dopo o lo stesso giorno dell’intervista alla Repubblica) scrissi al dr. Corsi una lettera nella quale esprimevo la preoccupazione di un gioco coordinato con lo scopo strategico di deprezzare il valore della concessione danneggiando gli azionisti del San Paolo e dell’Acqua Marcia e di predisporre condizioni di privilegio per soggetti specifici (cfr alla voce dr. Corsi) “o forse e’ luogo che non gradisci molto frequentare” una battuta di gusto scadente che denuncia lo spessore etico di chi la fa, ma vale la pena approfondire. Uno squarcio sull’implicito “torinese”. Secondo il signor Boffano, e molta parte della “cultura” torinese, io avrei dei problemi a frequentare la Procura della Repubblica. Ho certamente cose migliori e piu’ divertenti da fare, ma sarebbe interessante sapere quali problemi il signor Boffano ritiene che io abbia? quali documenti e quali fatti, cose, avvenimenti, scritti, dichiarazioni suffragano questa sua convinzione? sarebbe interessante saperlo e chiedo formalmente al signor Boffano di avere la responsabile cortesia di dichiarare esplicitamente su cosa basa la sua irresponsabile insinuazione. Non lo fara’, ci metto le mie povere e oramai spompate palline su un piatto: l’unico rischio (da non sottovalutare in Italia) e’ che ci sia qualcuno che mi ha visto sbaciucchiare il commendator Vincenzo Romagnoli. Ma allora signor Boffano, se non ha nulla da esporre per suffragare la sua battuta (a parte la raccolta di articoli del giornale La Repubblica) a quale scopo insinua, allude, colorisce, accenna, confermando lo stile sistematico dell’implicito calunnioso irresponsabile del giornale sul quale scrive? Glielo dico io: lei ha letto troppo la Repubblica e la falsa costruzione che, in dieci anni di malversazione delle informazioni, questa e’ riuscita a imporre ai torinesi e agli stessi suoi giornalisti che leggono le loro maldicenze ingiuriose e si convincono che siano la verita’. Uscire dall’involuzione sarebbe utile: avete sempre scritto non la verita’, ma quello che voi volevate che fosse la verita’ o quello che qualcuno voleva che fosse la verita’. E poi ci avete creduto. Ma lo scopo? Mi riesce difficile pensare che si tradisca sistematicamente l’evidenza documentata senza uno scopo e senza un mandato (GPT?). Pessimo giornalismo e io mi permettero’ sempre di denunciarlo e di offenderlo: tutti gli atti eticamente carenti vanno denunciati e offesi. E’ kantianamente doveroso e legittimo. Ed e’ significativo che al signor Boffano non piaccia. Se il signor Boffano non fosse in grado di esibire documenti da “manette” dovrebbe civilmente ed educatamente scusarsi. Qualcuno vuole scommettere?Comunque il caso non sussiste: ho avuto a suo tempo (1994) una lunga e cordiale conversazione nella Procura con il dr. Corsi e ho scritto una lettera al dr. Corsi (Maggio 1996) nella quale ho esposto le stesse preoccupazioni che ho esposto, alla stessa data, nell’intervista alla Repubblica. Ammetto di non essere un eroe e di fare qualche volta fatica a superare la pigrizia del quieto vivere, ma non credo che si possa dire che ho paura di dire quello che penso. Lo dico, lo scrivo e lo firmo. E sono sempre documentato. Non come il signor Boffano che scrive e afferma a vanvera cose che non conosce, ma che io scritto e pubblicato e lui non ha letto. “e non ti permettere mai piu’ di offendere il nostro lavoro“: Sono categorie che appartengono alle culture libere e conviene ricordarle al signor Boffano: la chiara e documentata denuncia di una sistematica malversazione delle informazioni che dura, con accanimento, da dieci anni non e’ una offesa: e’ un diritto/dovere. Il lavoro mal fatto e’ la vera offesa al lavoro: non ha dignita’ e non merita rispetto, ma solo disprezzo e denuncia. Il tono ridicolmente minaccioso e perentorio da’ al messaggio del signor Boffano un sapore pessimo: di olio di ricino e santo manganello. In altra parte di questo dizionario si parla di “fascismo dell’informazione“. La societa’ post-comunista italiana deve capire che non bastano la tessera o gli amici nel PCI/PDS per essere mondi dalla tara culturale fascista: per troppi anni una specie di political correctness ha tutelato i compagni che, a mani ideologiche salve, hanno fatto, specialmente nell’informazione, lo squadrismo piu’ selvaggio. Oggi il Paese vive una fase ancora peggiore: l’associazione di questa mentalita’ con il potere economico. C’e’ una sinistra, vera, in Italia capace di dire e sostenere queste cose? Perche’ non ci siano dubbi sul fatto che queste minacce devono essere inefficaci e vuote ripeto la mia opinione: il giornalismo non documentato, pre-concetto, usato, consciamente o meno, in termini strumentali e persecutori e’ la peggiore scabbia ideologica del nostro Paese e non denunciarlo come il difenderlo e’ colpevole connivenza. Nel caso dello Stadio delle Alpi di Torino e delle vicende connesse alla sua realizzazione la lunga sequenza di articoli pubblicati dalla Repubblica in dieci anni e’ il migliore documento che questo tipo di giornalismo e’ stato continuamente praticato. Querelami Boffano e sarò lieto di portare in Tribunale la pesante documentazione. Ma non lo hai fatto e non lo farai, perché sai bene che ne usciresti malconcio e con te chi ti cuoce il pane. Nota: infatti a due settimane dalla prima uscita di questa “esegesi” il signor Boffano non ha ritenuto di dover esprimere commenti, ne’ mi ha fatto ricevere i documenti a supporto delle sue insinuazioni sui problemi che avrei con la Procura, ne’ tantomeno a supporto di tutte le altre insinuazioni piu’ o meno puerili. Posso oggi confermare che il signor Boffano era l’intervistatore che tre anni e mezzo fa “cucino'” con le dichiarazioni supponenti e vuote di Novelli e con la bugia di Bastino junior la mia denuncia sulla pubblicita’ e sulle “tangenti” da Bastino alla Juve. Quelle che oggi definisce “millanterie” e che sono puntualmente confermate dalla lettera di Andrea Galasso a Tuttosport. Coprire responsabilita’ amministrative dei compagni del PCI, insultare, calunniare, falsificare, ma chiamati a responsabile documentazione, tacere e nacondersi dietro altri insulti e insinuazioni puerili e arroganti. Lo stile de La Repubblica. Allora Signor Boffano: o documentare le proprie insulsaggini o scusarsi pubblicamente e fare ammenda. Tacere e’ pessimo e giustifica il disprezzo. Se avra’ il civile coraggio di scusarsi poi si sentira’ meglio e riuscira’ a tollerare meglio la vergogna e i sorrisi dei colleghi. E quelli che non sorridono sono ancora piu’ perfidi. Epilogo Dopo il “giro di boa” della Repubblica del 7/12/99 ho scritto al Signor Boffano complimentandomi. Egregio Signor Boffano,Ho letto l’articolo di Marco Travaglio “Delle Alpi tra verita’ e bugie”! Complimenti! finalmente un cambio di rotta. Non oso nemmeno pensare che sia stato anche per effetto delle mie “millanterie”, ma la coincidenza e’ solleticante. Sotto con la prossima ….Cordiali saluti, Lorenzo Matteoli Cosi’ risponde il Signor Boffano con garbata ironia (o cosi’ mi pare opportuno interpretarla): “vedo che le tue ossessioni calcistico-cibernetiche non trovano pace, perchè non prendi davvero sul serio la mia proposta di informarti sul livello delle strutture psichiatriche australiane? ciao.“ Certe volte bisogna consumare qualche asprezza e qualche ruvidita’ dialettica, ma alla fine il recupero del senso comune e’ premiante per tutti. In questo caso il mio scontro con il signor Boffano, dopo la fase goliardica, ha trovato una linea di ragionevole svolgimento. Il signor Boffano e’ efficacemente propositivo e io ho deciso di seguire il suo consiglio e mi sono trovato una splendida psicoterapeuta australiana (tutto pagato dalla assicurazione): dopo la terapia saro’ certamente in grado di ragionare con maggiore lucidita’. Non mancheranno, quindi, future opportunita’ di ulteriori chiarimenti. E’ possibile che sullo stadio io abbia una posizione molto radicata (maniacale direbbe il signor Boffano): ma non e’ tanto lo stadio e la sua vicenda quello che mi provoca frustrazione e rabbia, quanto l’aggressione al vivere civile e democratico dello strapotere Fiat/Juventus a Torino, il silenzio della stampa d’ordine e dei “vati” (gia’: cosa dicono i “vati” su questi ultimi avvenimenti?) e la assoluta latitanza di una efficace opposizione culturale e politica nella Citta’. Ma con la Repubblica del 7 dicembre 1999 qualcosa e’ cambiato. Nota 2023: forse… |
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Grandioso!
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Grazie Erica i quelle mani è stata l’informazione ai torinesi allora è non credo sia molto meglio oggi anche peggio do Bogfano e Tropea è veramente arduo andare