AMMETTERE GLI ERRORI

Anni fa (1985) per le edizioni di Leo Longanesi uscì un libro di Giovanni Ansaldo “Il Vero Signore”. Io ricordavo di aver letto molti anni prima (1950?) un libro di Leo Longanesi con lo stesso titolo. Secondo l’informazione disponibile oggi il libro è di Giovanni Ansaldo ed è del 1985, ma deve essere una ri-edizione dell’originale e la mia memoria confonde il nome dell’editore con quello dell’autore. Cercherò di chiarire l’equivoco.

Ma non è il problema bibliografico che mi interessa, ma la citazione di una delle voci del “manuale”, voce che riguardava il problema di “cambiare idea politica”. Ovvero come si comporta un “vero signore” quando per sfortunate (o fortunate) circostanze storiche, rivoluzioni (perse o vinte), guerre (perse o vinte), colpi di stato, elezioni (più o meno democratiche), si trova nella necessità di cambiare idea politica, o di far finta di cambiare idea politica.

Il fatto che l’autore del “manuale” abbia ritenuto importante inserire quella voce è segno che il problema rivestiva, in allora, una certa importanza per il pubblico dei lettori. Credo che, dopo quasi mezzo secolo, le cose non siano cambiate: sapere come comportarsi quando si cambia, o si fa finta, di cambiare idea politica è ancora oggi un problema importante per molti italiani. A seconda dei momenti, storici comunisti che devono diventare socialdemocratici o più radicalmente fascisti e fascisti che devono diventare democristiani, liberali che devono diventare comunisti e via di seguito con tutte le possibili combinazioni  dell’operazione volgarmente detta di “voltar gabbana” in tutte e sue possibil sfumature delle varie congiunture storiche. Il manuale suggeriva e descriveva diverse tecniche, strategie o modalità[1] e rimando i miei lettori interessati a quel volume, difficile da trovare, ma ancora di attualissima e interessante lettura.

E veniamo al giorno d’oggi.

Con la vittoria della destra dopo 70 anni di governi di centro e centrosinistra è evidente che molti si trovano nella necessità di “adeguarsi” al nuovo corso. Ma è anche vero che i rappresentanti del “nuovo corso”, ovvero membri del governo, si trovano nella necessità di elidere (o eludere) consistenti fette della loro storia personale e politica che oggi sono scomode e imbarazzanti.

Non è solo la classe politica al governo che deve risolvere il problema, ma, a causa delle radicali svolte che hanno connotato la cronaca politica recente, possiamo dire che si tratta di un problema generale. Per alcuni molto imbarazzante a causa degli irresponsabili comportamenti a suo tempo vantati, per altri il problema è storicamente impegnativo per la necessità di cambiare capitoli di vergognosa storia patria o di negare responsabilità criminali epocali.

Ognuno cerca di cavarsela come può, alcuni senza alcuna dignità, altri con furbizia dialettica, altri ancora non se la cavano affatto.

Direi che nessuno affronta oggi il problema nell’unico modo decente: ammettere e denunciare onestamente gli errori e le tragiche o grottesche responsabilità  storiche, politiche, personali, stupide.

E scusarsi.

I comunisti, oggi diventati progressisti e socialdemocratici, non hanno mai ammesso, denunciato e riconosciuto i disastri del comunismo staliniano (milioni di mugiki morti ammazzati, milioni di ebrei e onesti dissenzienti condannati nei campi siberiani, interi paesi per generazioni condannati alla miseria di stato). Quel comunismo che ha visto complici Togliatti, Ingrao, Pajetta, Longo (e molti altri) che lo hanno approvato, partecipato e imposto per 50 anni ai loro adepti ritardando in modo criminale l’evoluzione dialettica del PCI. Oggi, questi neo-socialdemocratici ex. incalzano Meloni, La Russa, Lollobrigida chiedendo la denuncia del fascismo, denuncia che loro non hanno mai fatto per lo stalinismo, in modo chiaro ed esplicito.

Patetico il diagonale equilibrismo di Giorgia Meloni che ha due linguaggi contrapposti: uno per parlare ai ranghi e uno per parlare in sede ufficiale, incapace di affrontare la realtà di una storia da non dimenticare e da denunciare (leggi razziali, alleanza con Hitler, guerre coloniali criminali).

Grottesca la situazione dei grillini che berciavano “uno uguale uno” e dopo essere diventati “uni speciali” si sono accorti che tutti gli altri “uni” sono stronzi e non sono affatto uguali.

Non tutti hanno la saponosa laida abilità del loro capo Conte di dire contemporaneamente bianco e nero facendo finta che sia rosa e credendo che nessuno se ne accorga.

Non ricordo se Giovanni Ansaldo nel suo ineffabile “manuale” abbia suggerito modalità diverse dal cambiamento istantaneograduale e del lungo silenzio, come per esempio  quella dell’onesta ammissione dei tragici o stupidi errori e della umile accettazione delle conseguenze.

Il fatto è che per ammettere gli errori e accettarne responsabilmente le conseguenze ci vogliono solidi coglioni ideologici e palle culturali di acciaio.

Merce rara nel teatrino corrente degli ex. (comunisti, fascisti, grillini, etc.).

Lorenzo Matteoli

PS nel cercare di chiarire il mio dubbio bibliografico ho trovato un mio “pensierino” del dicembre 2013 (dieci anni fa) sul “Vero Signore” di Giovanni Ansaldo (pseudonimo Willy Farnese editore Longanesi, pubblicato nel 1952). Lo scrivevo allora senza nominarlo per l’emergente star politica Matteo Renzi: appoggiarlo o no? Ai posteri l’ardua sentenza…


[1] Ricordo solo alcuni punti: cambiamento istantaneo, graduale, lungo silenzio…

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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