È in corso in Italia un balletto indecoroso sul PNRR.
Non mi interessano i dettagli: se siano stati chiesti troppi soldi senza nessuna idea di come spenderli (responsabilità del finto capo del governo Giuseppe Conte), se i progetti iniziali fossero congruenti con le specifiche di Bruxelles, se i progetti del PNRR siano da “smantellare” (dichiarazione del Ministro competente Fitto), se dobbiamo “spendere fino all’ultimo centesimo” (dichiarazione banale del ministro per le infrastrutture Salvini) anche se non si sa bene cosa, né come, né dove. Nella grande bagarre delle dichiarazioni a vanvera non si riesce a capire se la responsabilità dell’attuale stallo sia politica, burocratica, o tecnica, italiana, europea.
Tutto può essere vero, sovrapposto, interrelato, combinato…
Ma quello che oggi appare nella sua paurosa evidenza è che il fenomeno è fuori dal controllo del governo.
Ed è tutto vero: troppi soldi, progetti inadatti, strutture di gestione inesistenti o incompetenti, troppe avidità all’arrembaggio.
Sul vuoto di governo e sull’incompetenza per la gestione del PNRR arriva l’emergenza alluvionale nell’Italia centrale. Una catastrofe tipica, prevedibile e ricorrente con ineludibilità ferroviaria in Italia dove la fragilità idrogeologica del Paese si studia fin dalle elementari.
Tanto che ci si chiede come mai non si sia pensato immediatamente al riassetto idrogeologico come oggetto unico per il PNRR: urgente, indispensabile, in gran parte già progettato dagli enti locali e dai vari consorzi territoriali.
Cosa succederà?
La previsione più facile: assalto alla diligenza, opere inutili, progetti raffazzonati, gestione in emergenza clientelare, immane spreco di denaro pubblico, arricchimenti indebiti dei soliti ignoti, sospetti di ingerenza mafiosa, nessuna responsabilità accertabile.
Lorenzo Matteoli
Caro Prof ho paura che tu abbia ragione e mi chiedo come sia possibile che questi interventi non abbiano avuto una regia programmata sia da parte dell’UE che dell’Italia, magari con un ministero dedicato
Grazie Jose, ho scritto quello che si dovrebbe fare, e non mi pare complicato per un governo che sa come si governa, ma il problema qui è l’incompetenza e la necessità di contrattare clientelarmente ogni dettaglio, non è tanto il “comando” quanto la sua “parcellizzazione” e a furia di parcellizzare non si fa una mazza. Cordiali saluti, Lorenzo