Una società di vecchi nella quale sopravvive una retorica della gioventù e del progresso.
Sulla Repubblica di oggi un articolo di Andrea Graziosi (un attento osservatore della storia che insegna alla Università di Napoli Federico Secondo e che ha insegnato a Yale e a Parigi).
Ecco la contraddizione che segnala e sulla quale vale la pena di riflettere per le implicazioni, mediche, sociali, economiche e politiche che possono sconvolgere la attuale visione del mondo che questa contraddizione non ha ancora metabolizzato.
Ecco la sintesi di Graziosi:
“Viviamo in una società in cui è sopravvissuta una retorica della gioventù e del progresso ma in cui il peso del passato, incarnato da milioni di vecchi, per cui esso è “tutto”, è cresciuto senza sosta.”
La denatalità in corso renderà drammatica la contraddizione fra qualche anno, ma la società italiana, come la nota rana nell’acqua sempre più calda, non se ne renderà conto se non quando si ritroverà…lessa.
Le conseguenze della “contraddizione” sulla cultura, sulla domanda di servizi sociali, sui paradigmi di spesa, sulla visione politica, sono enormi, ma poca letteratura e poco “pensiero” politico si svolgono per risolverla…troppo impegnati nella retorica della gioventù.
Ecco il mio pensierino di oggi per me e per i vecchietti miei amici.
Mind your way…
Lorenzo Matteoli