Com’è che sei diventato di destra?**

 

Lorenzo Matteoli

14 Maggio, 2016

 

 

Mentre la storia travolge ideologie, religioni, muri, barricate, di vario genere e natura ci sono alcune liturgie, etichette, presunzioni che resistono inossidabili. Una di queste isole di nostalgia disperata è la convinzione di una generazione politica di “essere di sinistra” e con questa convinzione, che ritengono implicito certificato di “superiorità” intellettuale, marcano gli altri” di “essere di destra”, e quindi patetici minus habentes.

A poco sono valsi almeno venti anni di affettato snobismo con il quale si è predicato il superamento delle due categorie e la loro semantica inconsistenza con la storia attuale. Nemmeno lo splendido apologo cantato da Giorgio Gaber è riuscito a smantellare l’orgoglio di proclamarsi “di sinistra” e quindi di esercitare il diritto, acquisito per “unzione”, di considerare “un po’ scemi” gli altri marcati come “di destra”.

La roccaforte dei nostalgici convinti di appartenere a una ideologia superiore morta da almeno venti anni è destinata a resistere e crollerà, forse, con il naturale trapasso generazionale.

Quello che è successo in realtà è un po’ più complicato dello svuotamento semantico della categoria “di sinistra” e della sua speculare categoria “di destra”: la storia con il suo garbo caotico e beffardo ha mescolato le carte, i valori, le convinzioni, gli istituti in modo assolutamente scomposto. Nel mare in tempesta del pensiero sociale corrente galleggiano i rottami dello storico naufragio ideologico: il mercato, i sindacati, la classe operaia, il catechismo cattolico, la ricca borghesia, gli intellettuali orfani di riferimento organico, i boy scout, i preti, la finanza, i black block, le rivoluzioni, la speculazione, i criminali, la mafia, le vecchie zie, i pensionati, i magistrati, i deputati, i professori, il vaticano, le maestre, Garibaldi, gli avvocati, bella ciao, …i partiti, le fondazioni, i lavoratori, i colletti bianchi…e via andare per un elenco infinito che nemmeno Giorgio Gaber riuscirebbe più a ordinare nella sua intelligente filastrocca.

È cambiato tutto nel vasto campo magnetico dell’ideologia: non ci sono più due poli, Nord e Sud. Ce ne sono cinquanta e forse ottantadue. Chi era abituato a muoversi con quella bussola è perso nell’intrico delle nuove, molteplici e controverse polarità.

Molti continuano a ritenersi convinti “di sinistra” mentre le loro fiducie e verità sono diventate una letale grettezza reazionaria.

 

** mi è capitato dopo aver scritto il commento sulle liturgie immemori della Resistenza e avere indicato la vergogna di una celebrazione che ignora 139 mila morti…