Nell’intervista di Alessandra Ziniti su La Repubblica dell’altro ieri 13 settembre, Giuseppe De Rita alla domanda “Dove nascono questi comportamenti così violenti?”
Risponde: “Sono frutto di una cultura collettiva, a cui non è certo estranea la borghesia, che esalta la parte competitiva di ciascuno di noi. Sono figli di una grande ondata di soggettivismo che, se non è retta dall’etica, arriva a produrre questa realtà…”
Nel mio pensierino postato il 12 settembre su questo blog, scrivevo:
“C’è una responsabilità collettiva, del paese, della sua cultura sociale e, alla fine, di tutti, in quello che è successo a Colleferro…Questi episodi, e se ne sono letti molti nelle cronache italiane recenti, hanno la sconcia mano esecutiva di quattro orrendi massacratori che sono però la punta di un iceberg profondo che interessa molti strati della società italiana…Il mare nel quale nuotano i mostri…”
Non nascondo il piacere di constatare la coerenza della mia analisi con quella di Giuseppe de Rita, certamente molto più autorevole di me.
Si tratta ora di suggerire una via di uscita da questa, che a mio avviso, è una vera catastrofe sociale o, quantomeno, di proporre una sistematica continua pesante diffusa campagna di stampa per:
l’innesco di una strategia critica, finalizzata alla denuncia e drastica punitiva censura di tutti i comportamenti incivili nei media, TV, giornali, social media, e pubblici comportamenti della gente e dei cosiddetti testimonials. I responsabili, indicati alla pubblica opinione dovranno vergognarsi, dove oggi sono invece esaltati e promossi a esempio positivo.
lorenzo matteoli
PS
Mi chiedo se il DNA si può raccogliere dalle scarp.
Mi chiedo se i Carabinieri di Colleferro/Artena hanno sequestrato le scarpe dei fratelli Bianchi di Artena
…
lorenzio matteoli