Alessandro Dibattista dichiara e documenta la catastrofe elettorale dei 5stelle, senza cercare attenuanti, senza arrampicarsi su ridicoli “sì’, ma…” senza accusare (almeno in termini espliciti) “gli altri”. Implicitamente l’accusa a Dimaio è chiarissima. La sua analisi si conclude sinteticamente con “abbiamo perso l’identità” e con la richiesta di un congresso, stati generali, assemblea ricostituente… nella quale ritrovare, ridefinire, o istituire ex novo “l’identità” perduta del movimento.
Sfugge all’appassionato boy-scout un dettaglio fondamentale: l’identità il M5Stelle non l’ha mai avuta, non è mai stato scritto un “manifesto” una “carta”, un profilo programmatico. L’unico collante sono state le tirate di Grillo, il “vaffa”, la demagogia più squallida, evidentemente non sufficienti per istituire una filosofia politica portante, “di governo”. Non bastano gli slogan demagogici, l’arroganza, i litigi e le ripicchine per istituire una “identità” di un movimento/partito politico. Il vuoto culturale e concettuale che caratterizza l’ammucchiata di bamboccioni incompetenti è tale che mancano perfino gli strumenti per comprendere le ragioni della loro catastrofe. Fino a quando questo vuoto è stato riscontrato da quello degli elettori le cose sono andate relativamente bene. Ma c’è stato un apprendimento da parte dell’elettorato che, per quanto ingenuo e catturabile dalla più vergognosa demagogia, non ha potuto ignorare la stupidaggine e l’incompetenza che erano coperte dalla spudorata arroganza dei bamboccioni al governo.
Così finisce l’avventura, disastrosa per l’Italia, con costi che solo i prossimi decenni consentiranno di valutare.
È facile prevedere che a poco serviranno congressi e assemblee ricostituenti dove domineranno di nuovo arroganza, incompetenza, demagogia, settarismo. Il risultato sarà una epocale frantumazione del movimento nelle 72+ anime dei vari leaderini e isterismi, gelosie, invidie e mali di pancia. Un fantastico fuoco d’artificio di stupidaggini e arroganza: quale migliore gran finale!
Il bello è che, quando anche emergesse fra di loro un fantastico, geniale leader capace di sintetizzare un melmoso pacchetto ideologico e di indicare una “via”, non servirebbe.
Infatti la base, maggioritaria e sostanzialmente insulsa del movimento lo manderebbe a fare in c…o. Secondo il manuale.
lorenzo matteoli