Non so in quale modo Salvini e Meloni “distingueranno” le loro professioni di fede europea reiterate in Italia rispetto al voto che ieri hanno espresso i loro rappresentanti a Bruxelles nell’Assemblea Plenaria di Strasburgo contro la censura dell’Ungheria di Orban. Quel voto è una scelta di campo netta dalla quale non si torna indietro. Un ipotetico governo Meloni-Salvini sarebbe un governo che porta l’Italia fuori dall’Europa con tutte le conseguenze economiche, finanziarie di garanzia del debito, commerciali e le implicazioni sui mercati dei capitali e del lavoro, della mobilità transnazionale del turismo, della sicurezza e di quanto altro coperto dai trattati e dagli accordi EU e dai nostri impegni NATO. Il voto di ieri a Bruxelles è evidentemente parte di un accordo generale più o meno formale dal quale sembra che Salvini e Meloni non si possano dissociare. Nulla di questo compare nei loro programmi per il voto del 25 settembre.
Siamo in presenza di un fatto che cambierebbe radicalmente la posizione geopolitica dell’Italia nel quadro degli equilibri mondiali quando Salvini e Meloni dovessero andare al governo.
Sarebbe bene che Salvini e Meloni uscissero dall’equivoco e dicessero con franchezza agli italiani quali sono gli impegni che hanno sottoscritto e quali sono le conseguenze di quegli impegni, sul breve, medio e lungo termine.
Lorenzo Matteoli