
Galleggiare sul termovalorizzatore a Roma è criminale
Un leader deve guidare, indicare la strada, decidere, assumersi la responsabilità di scegliere.
Accusare il Governo Meloni di scaricabarilismo e dire che la scelta del termovalorizzatore romano è una scelta fatta prima della sua elezione alla segreteria è una contorsione ideologica di poco prezzo.
Guarda come scarico bene i barili io che accuso te di scaricare i barili.
Decisamente opaca la prima uscita della nuova segretaria.
Mentre la Città di Roma è diventata un immane discarica a cielo aperto con fetore, cinghiali, ratti, pantegane, scarafaggi e altri animali immondi dominano il paesaggio della Capitale e lunghi treni merci carichi di monnezza romana partono quotidianamente per i termovalorizzatori del Nord Italia e del Nord Europa per il costoso esercizio di gestire la catastrofica incapacità capitolina, è criminale bloccare il termovalorizzatore di ultima generazione (ambientalmente super-pulito) evocando l’economia circolare (forse venti anni a venire) e la raccolta differenziata (forse 30 anni a venire). Vuol dire condannare Roma a un futuro di fogna irreversibile.
Quando, se mai, queste meravigliose presunzioni saranno vere Roma sarà sotto uno strato di diversi metri di immondizia.
La ovvia posizione di Conte, che da sempre insegue la demagogia più laida.
I 5 Stelle non sono un’ipotesi politica: sono il monumento del puerilismo qualunquista che ha avvelenato la politica italiana negli ultimi 15 anni. Conte è il loro ultimo insulso profeta. Se il PD negli ultimi venti anni di consociazione parrocchiale avesse fatto il suo mestiere di partito di sinistra i 5 Stelle non esisterebbero, non sarebbero mai nati. Grillo avrebbe continuato a fare il comico, un classico spurio prodotto del vuoto politico.
Una sinistra seria ignora, isola, denuncia il demagogismo populista.
Cercarne l’alleanza è un suicidio politico. Gli elettori 5Stelle devono essere educati e vanno convinti dell’errore non vanno illusi con una ipocrita ricerca di alleanza che, nei fatti, consolida l’insulsaggine attuale.
Nulla, della orrenda ignoranza qualunquista di Conte, ha la minima affinità con la dignità di un manifesto e di una storia di sinistra.
C’è sempre tempo per rimediare e speriamo che Elly Schlein non perda l’opportunità affogando nella palude ideologica del tardo impero romano.
Lorenzo Matteoli