Finalmente!
Il Danno scolastico
La Scuola progressista come macchina della disuguaglianza, (editore Nave di Teseo)
Un libro da leggere, studiare, riflettere e operare di conseguenza per un recupero che richiederà generazioni e forse sarà impossibile.
Paola Mastrocola e Luca Ricolfi hanno finalmente scritto e documentato la catastrofe che 50 anni di demagogia della consociazione PCI/DC hanno prodotto al sistema della pubblica istruzione in Italia.
In sintesi: la sistematica strategia di dequalificazione della didattica, della selezione dei docenti, della frammentazione delle discipline, della riduzione delle verifiche sulla effettiva formazione acquisita dagli studenti, ferocemente perseguita dal fanatismo demagogico dei soi disant “riformatori” ha ridotto, in mezzo secolo di aggressione, la Scuola italiana, dalle elementari all’Università, a un mostro parassita che produce pochi, ricchi e privilegiati studenti come qualificati competenti professionisti e la massa degli studenti dei ceti medi bassi come ignoranti, inutili diplomati.
Questa la brutale sintesi dell’opera nella quale la critica che propongo è documentata con rigore scientifico e statistiche ineludibili.
Una sintesi che chi ha operato e vissuto nella Pubblica Istruzione e nell’Università italiana dalla parte sbagliata dell’onda trionfale della demagogia soi disant “riformatrice” conosce anche troppo bene.
Paola Mastrocola racconta poi la sua esperienza dalle elementari al Liceo Classico e all’Università (Laurea in Lettere all’Università di Torino) e parte dalla critica della famosa “Lettera a una professoressa” di Don Milani. La tesi di Don Milani viene smantellata con logica stringente: è proprio con l’abbandono degli insegnamenti che la “lettera” qualifica come “elitari” e “antidemocratici” che la scuola è diventata una “macchina della disuguaglianza”. Erano proprio quegli insegnamenti fondamentali, umanistici, (letteratura italiana, storia, latino, grammatica e sintassi della lingua italiana), che davano agli allievi contadini e operai le “basi” per scattare fuori dalla gabbia sociale. La lettera di Don Milani venne presa come manifesto da un a linea di sinistra demagogica ed ebbe conseguenze devastanti nella promozione delle riforme che hanno portato alla attuale catastrofe (come la riforma Berlinguer del 1962
Lo studente della borghesia agiata usa l’università e le sue strutture integrandole con la capacità della famiglia di fornire determinanti complementi di ricerca, studio e formazione, in Italia e all’estero.
Lo “studente massa” (copyright 1968) non se lo può permettere e subisce il servizio didattico dequalificato risultato effettivo di 50 anni di aggressione “progressista” al sistema.
La mia personale esperienza.
Ho personalmente vissuto nel Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura (dalla parte sbagliata) la lunga vicenda. L’ubriacatura post 1968 quando il Consiglio di Facoltà dei professori ordinari approvò una modifica illegale dello Statuto del Corso di Laurea che riduceva gli esami del curriculum da 36 a 24. (pur non essendo per legge competente perché lo Statuto del Corso di Laurea è una legge dello Stato sulla quale il CdF non ha competenza) Il ministro della P.I. nei Governi Colombo e Andreotti (1970-1972) Riccardo Misasi ingiunse con lettera raccomandata alla Facoltà di “rideliberare” pena l’annullamento del titolo.
Mi chiedo ancora oggi come abbiano fatto 11 professori ordinari illustri accademici e professionisti a commettere un errore così marchiano. Travolti, o forse troppo ansiosi di partecipare all’orgia demagogica del 1968-69. Responsabile anche l’hybris della consociazione DC/PCI allora imperante in Facoltà. Se lo chiese anche il dott. Fazio, Direttore del Dipartimento Istruzione Universitaria del Ministero della Pubblica Istruzione che non intervenne disciplinariamente sugli ordinari responsabili e, di fatto,“protesse” la fragile restaurazione da me condotta, “impunita” grazie al suo non intervento (cfr Roma Capitale). Fazio, che prima di accomiatarsi si raccomandò: “…e non mi scriva!”. Evidentemente anche al suo livello di potere c’erano pesanti condizionamenti e Fazio non mise sotto disciplina 11 professori ordinari. Fu probabilmente un grave errore, ma sarebbe diventato un caso nazionale che avrebbe implicato di necessità l’annullamento di 6000 lauree di “dottore architetto” illegalmente conferite.
Il CdF prese atto dell’ingiunzione del Ministro e archiviò la lettera senza fare nulla.[1] La Facoltà per 13 anni continuò ad applicare un curriculum illegale fino a quando, eletto preside, nel 1981, non ristabilii la legalità con una operazione difficilissima e pesantemente osteggiata dai “progressisti” PCI/DC.[2]
In quei 13 anni vennero conferiti diplomi di laurea in Architettura tecnicamente illegali a circa 6000 studenti.
Fra gli episodi sgradevoli e significativi venni invitato dal mio “maestro” e “capo” prof. Giuseppe Ciribini a partecipare a un “seminario pluriesame” [3]. Comunicai all’assemblea di presentazione che per quanto concerneva la mia materia (Tecnologia dell’Architettura) l’esame avrebbe verificato la conoscenza della materia da me trattata nelle lezioni del corso e inoltre prescrivevo la lettura propedeutica di una serie di testi indispensabili per seguire il corso. Venni violentemente contestato sia dagli studenti che dal mio “capo”. [4]
Corollario
È facile prevedere tre cose:
- Il libro di Mastrocola e Ricolfi verrà aggredito dall’establishment accademico attuale che oggi è sostanzialmente formato dal personale prodotto dalla catastrofe che descrivono e documentano. Ma non sarà facile per i reduci della sistematica aggressione demagogica truccata da “riforma” confutare i dati dei due autori.
- Il libro, finalmente, apre il percorso di una revisione degli errori commessi, ma il recupero del rigore e della qualità didattica e formativa non sarà facile e forse impossibile perché sul campo mancano competenze ideologicamente e culturalmente e oggettivamente capaci di affrontare la pluri-generazionale impresa: il danno scolastico molto probabilmente si dimostrerà irreparabile.
- Si sono quindi poste le basi per la fondazione di un futuro sistema di Università private, altamente qualificate, competitive e costose. Non male come risultato di una riforma emisecolare che doveva avere come scopo l’istituzione di un Sistema Scolastico socialmente aperto e interclassista. Riforma tradita dalla implementazione di fatto demagogica e sistematicamente dequalificante.
lorenzo matteoli
[1] La motivazione messa a verbale di quel surreale CdF fu “quando a Roma modificheranno lo Statuto della Facoltà noi saremo già a posto”. Nel CdF illegalmente aperto agli studenti quando feci presente al l’ex-Preside la lettera del ministro Misasi, Federico Mario Roggero giurò non non averla mai vista. Consigliato dal mio segretario prof. Cesare Macchi Cassia di “salvare l’Istituto” non denunciai pubblicamente il “falso” dell’ex Preside. In quell’assemblea (non CdF aperto) la massa degli studenti mi aggredì verbalmente sobillata dalla cellula del PCI della Facoltà, quasi impedendomi di parlare. Un episodio vergognoso che ancora oggi mi offende profondamente.
[2] Per ulteriori informazioni sulla vicenda cfr le mie cronache a:
http://www.matteoli.iinet.net.au/html/Articles/preside81.html
http://www.matteoli.iinet.net.au/html/Articles/Romacapitale.html
http://www.matteoli.iinet.net.au/html/Articles/esamidigruppo.html
I membri professori ordinari del CDF in quegli anni erano: il preside: prof. Ing. Giuseppe Maria Pugno, professori: Mario Federico Roggero, Cesare Bairati, Carlo Mollino, Mario Goria, Roberto Gabetti, Giuseppe Ciribini, Paolo Verzone, Cesare Codegone, Armando Melis de Villa, Alessandro Molli-Boffa.
[3] 6 o 7 professori seguivano un tema sul quale si iscrivevano 80 o 90 studenti. All’esame il tema veniva presentato da 4 o 5 studenti e gli altri assistevano muti: tutti prendevano il 30 “politico” per i sei sette esami partecipanti anche se non avevano fatto assolutamente nulla, molti pagavano ai leaderini del seminario una “tassa” per partecipare, con 5 o 6 “seminari multiesame” si laureavano in architettura praticamente senza aver aperto un libro, seguito una lezione, sostenuto un esame. All’Esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione venivano regolarmente bocciati il 95-98% dei laureati.
[4] Fra le letture prescritte c’erano la “Fattoria degli Animali” e ”Omaggio alla Catalogna” di George Orwell. Il primo una metaforica favoletta ad elevato potenziale politico-didattico e il secondo un resoconto sulla Guerra di Spagna “non omologo” né alla versione del regime fascista di Mussolini né alla versione del regime Stalinista il cui ispettore italiano in Spagna fu Luigi Longo. Orwell denuncia le pesanti responsabilità dei “commissari” politici stalinisti che in Spagna “eliminarono” (molti fisicamente) dalle brigate internazionali soggetti socialisti e socialdemocratici invisi ai comunisti di rito stalinista sovietico.
Ottimo ! Un abbraccio Adriano
Great got see you on my screen Adriano! Anche tu hai vissuto quell’esperienza: compra il libro solo 9 euro come e.book ti piacerà senz’altro! Hugs,
Caro Lorenzo, io sinceramente ti proporrei nuovo Ministro della Pubblica Istruzione al posto di Bianchi, che è sempre meglio della Azzolina. Ti abbraccio